MEDIAMETROPOLI

GIORGIO VIALI

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Recensione di "Mediametropoli" di Giorgio Viali

Con "Mediametropoli", Giorgio Viali si lancia in una sfida audace che unisce le modalità espressive del cinema, del teatro, della performance e della tecnologia, creando un'opera che potrebbe essere descritta come una finestra inquietante su un futuro che è già presente. Purtroppo, il film ha faticato a trovare il suo pubblico, rifiutato alla Mostra del Cinema di Venezia per la sua natura troppo torbida. Nonostante ciò, questa nuova sperimentazione visiva merita di essere vista.

Un'esperienza visiva innovativa

La pellicola si apre con una rappresentazione impressionante di MediaMetroPoli, una città futuristica dominata da neon e schermi digitali. Con una fotografia di grande impatto visivo, la città viene descritta come un pantheon di illusioni e speranze disattese. La scenografia futurista e i costumi impeccabili creano immediatamente un contrasto tra l’apparenza scintillante della vita metropolitana e la triste realtà di chi la abita.

La protagonista, Lena, interpretata magistralmente, è il simbolo della "media proletaria", una figura solitaria immersa in un mondo di social media e streaming. Viali riesce a catturare la vulnerabilità della sua esistenza attraverso inquadrature ravvicinate che mostrano la fragilità del suo spirito nel prepararsi per una diretta, riflettendo sulla pressione incessante di mantenere un’immagine perfetta.

Un racconto di isolamento e resistenza

Una delle principali forze di "Mediametropoli" è la sua esplorazione del tema dell’isolamento nella società iperconnessa. Lena, mentre saluta i suoi follower in un live streaming, confligge tra l’entusiasmo richiesto dal suo pubblico e la sua stanchezza interiore. La direzione di Viali si fa audace quando Lena decide di interrompere il suo show per affrontare il suo pubblico in modo autentico, dando vita a un momento di intensa catharsi.

Questo passaggio segna l’inizio di una "rivolta virtuale", che si dipana in un crescendo emotivo in cui Lena diventa un simbolo di resistenza per altri MediaProletari. L'uso di ologrammi e della tecnologia per rappresentare le loro storie porta in superficie il potere della comunicazione e della connessione umana, dimostrando che la solidarietà può prosperare anche in uno spazio virtuale.

Un mix di emozioni e estetica futuribile

Il film si distingue anche per la sua estetica unica, che ibrida diversi medium. Viali gioca con la forma cinematografica in modi sorprendenti, utilizzando split screen e sequenze di montaggio che riflettono la frenesia dei social media. Le scelte stilistiche di Viali, sebbene innovative, possono risultare un po’ eccessive per alcuni, amplificando l’ipertrofia dell’immagine e del suono, creando un’esperienza quasi cacofonica che riflette il caos della vita moderna.

Conclusione: una speranza in mezzo alla disperazione

"Mediametropoli" culmina in un messaggio di speranza e unità. L'atto finale di Lena, che si erge come leader di una comunità virtuale, testimonia la ricerca di significato e connessione in un mondo che può sembrare spersonalizzante. Nonostante i momenti di disperazione, il film lascia lo spettatore con una sensazione che, uniti, i "MediaProletari" possono affrontare le sfide della loro realtà dettata dalla tecnologia.

In sintesi, "Mediametropoli" di Giorgio Viali è un viaggio intrigante e complesso che merita più attenzione di quanto non stia ricevendo. È una riflessione necessaria sul nostro presente e un invito a riconsiderare le nostre relazioni nei mondi digitali e fisici. In un’epoca in cui le connessioni possono apparire superficiali, il film ci ricorda che, in fondo, la lotta per la vera connessione umana è ciò che conta davvero.

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BOZZA IBRIDAZIONE GIOGIO VIALI

Scena 1: Scenografia: La scena si apre in un appartamento asettico e minimalista, tipico di un MediaProletario. Pareti bianche, pochi mobili essenziali, un letto, una scrivania con un computer e una telecamera puntata costantemente sul volto della protagonista. Costumi: La protagonista indossa abiti semplici e comodi, aodi, adatti a trascorrere lunghe ore davanti alla telecamera. Ripresa: Inquadratura fissa sul volto della protagonista, che occupa gran parte dello schermo. La telecamera cattura espressioni e micro-espressioni, enfatizzando l'isolamento e la monotonia della sua esistenza.

Scena 2: Scenografia: Un enorme edificio, simile a un grattacielo, dove risiede una élite di Influencer. Lussuosi appartamenti, palestre, piscine e sale per eventi. Costumi: Abiti di alta moda, accessori costosi, trucco e acconciature curate. Ripresa: Inquadrature ampie che mostrano l'opulenza e il contrasto con l'ambiente asettico dei MediaProletari. Dettagli di gioielli, abiti e attività degli Influencer.

Scena 3: Scenografia: Una strada di MediaMetroPoli, affollata di robot che trasportano merci e svolgono compiti di routine. Pochi esseri umani sono visibili, per lo più isolati e indifferenti gli uni agli altri. Costumi: Abiti semplici e anonimi, privi di personali. Ripresa: Inquadrature in movimento che seguono il flusso dei robot, intercalate da primi piani di volti umani, espressivi e malinconici.

Scena 4: Scenografia: L'appartamento della protagonista. È ora di andare a lavorare. La protagonista si alza, si prepara, si siede davanti al computer e inizia la sua giornata di lavoro. Costumi: La protagonista indossa gli stessi abiti semplici e comodi della scena 1. Ripresa: Inquadratura che segue i movimenti della protagonista, dal letto alla scrivania. Primo piano sul suo volto concentrato mentre inizia a lavorare.

Scena 5: Scenografia: Un enorme studio di produzione, pieno di attrezzature tecnologiche e robot addetti alla lavorazione di immagini e video. Costumi: La protagonista indossa una tuta da lavoro, mentre gli altri MediaProletari hanno abiti simili. Ripresa: Inquadrature che mostrano l'ambiente di lavoro frenetico e alienante, con i MediaProletari seduti davanti a schermi, impegnati in mansioni ripetitive.

Scena 6: Scenografia: L'appartamento di un Influencer, lussuoso e pieno di comfort tecnologici. Grandi schermi, ologrammi e arredi di design. Costumi: L'Influencer indossa abiti eleganti e alla moda, con accessori costosi. Ripresa: Inquadrature che evidenziano i dettagli dell'ambiente di vita degli Influencer, in contrasto con l'austerità degli appartamenti dei MediaProletari.

Scena 7: Scenografia: Una sala per eventi riservata agli Influencer. Luci soffuse, musica, cibo e bevande. Costumi: Gli Influencer indossano abiti da sera, trucco e acconciature curate. Ripresa: Inquadrature che catturano l'atmosfera di esclusività e divertimento, con dettagli di gesti, sguardi e interazioni tra gli Influencer.

Scena 8: Scenografia: L'appartamento della protagonista. È sera, dopo una lunga giornata di lavoro. La protagonista è stanca, ma deve ancora produrre contenuti per i social. Costumi: La protagonista indossa gli stessi abiti semplici e comodi della scena 1.

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Giorgio Viali è un regista e sceneggiatore italiano noto per il suo approccio sperimentale e la sua capacità di sfidare le convenzioni narrative nei suoi film. La sua filmografia esplora tematiche come la solitudine, l'identità e il rapporto tra corpo e immagine, spesso attraverso l'uso di linguaggi visivi innovativi.

Alcune delle sue opere più rilevanti sono "Sancta Imago", che affronta il tema della "Religione delle Immagini", "Canto di una Single", che esplora la solitudine e la connessione umana, e "Basic Film", che indaga il concetto dello sguardo e della vulnerabilità.

Negli ultimi anni, l'attenzione di Viali si è spostata sui contesti attuali dei social media e dell'intelligenza artificiale, come dimostrano i suoi due nuovi progetti in corso:

"Euridice Stream" - Un film ambientato in un mondo distopico dominato dai social media, in cui una giovane donna si destreggia tra la sua vita privata e la sua immagine pubblica online.

"MediaMetropoli" - Un sequel, reboot o remake del classico film "Metropolis" di Fritz Lang, che esplora una società futuristica incentrata sulla produzione di immagini e video, divisa tra una classe privilegiata di "Influencer" e i "MediaProletari" confinati nell'isolamento.

Questi nuovi progetti dimostrano come l'opera di Giorgio Viali si stia evolvendo per affrontare le sfide e le dinamiche della società contemporanea, mantenendo il suo stile visivo distintivo e la sua capacità di suscitare riflessioni profonde sulle nostre relazioni con le immagini e la tecnologia.

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Giorgio Viali è un regista e sceneggiatore italiano che si distingue per il suo approccio innovativo al cinema contemporaneo. Attraverso un linguaggio visivo potente e sperimentale, Viali affronta temi come la solitudine, l'identità e la relazione tra il corpo e l'immagine, creando opere che invitano lo spettatore a una profonda riflessione sulla società contemporanea.

La sua filmografia, ricca di film sperimentali e drammatici, si caratterizza per l'utilizzo di sovrapposizioni di immagini, monologhi introspettivi e un uso sapiente del primo piano, esplorando l'intimità e la vulnerabilità del soggetto.

Un passato ricco di esplorazioni:

"Sancta Imago" (2011): Viali affronta il tema della "Religione delle Immagini", analizzando il potere comunicativo e persuasivo delle immagini nella società contemporanea. Il film esplora l'esperienza di donne che cercano un significato individuale in un mondo saturo di immagini, sollevando domande sulla fede e l'autenticità.

"Canto di una Single" (2010): Viali esplora la solitudine e la ricerca di connessione in un mondo che sembra allontanarci gli uni dagli altri. La rotatoria, simbolo di un'interazione continua tra il privato e il pubblico, diventa il palcoscenico per una donna che cerca di trovare la sua voce.

"Come Due Parallele" (2004): Un formato drammatico e documentaristico accompagna le vite di due donne che, pur vivendo in parallelo, non si incontrano mai. Il film analizza le somiglianze e le differenze tra i personaggi, offrendo uno sguardo unico sulla solitudine e l'interconnessione.

"Basic Film" (2008): Viali esplora la complessità del rapporto tra soggetto e osservatore, utilizzando il primo piano come strumento di introspezione. Il film analizza la vulnerabilità e l'intimità, invitando lo spettatore a riflettere sulle proprie esperienze di esposizione e connessione. Un presente proiettato verso il digitale:

Negli ultimi anni, l'attenzione e i progetti di Viali si sono spostati su contesti attuali, focalizzandosi sui social media e l'intelligenza artificiale. Questa evoluzione si manifesta in due nuovi progetti in corso:

"Euridice Stream": Un film che racconta la storia di Euridice, una giovane donna che trova la sua voce attraverso lo streaming online. Attraverso la sua esperienza, il film analizza il potere della tecnologia e l'impatto dei social media sulla nostra vita. "MediaMetroPoli": Un'opera che si ispira al film "Metropolis" di Fritz Lang, ambientata in un futuro distopico dominato dai social media e dalla produzione di immagini. Il film racconta la lotta di classe tra i VideoProletari, costretti a lavorare incessantemente per alimentare la macchina del consumo digitale, e gli Influencer, che detengono il potere. Euridice Stream: Un viaggio digitale verso la propria voce

"Euridice Stream" è un film che attraversa i confini tra realtà e mondo virtuale, esplorando la possibilità di trovare se stessi attraverso il digitale. La storia di Euridice, una giovane donna che diventa un'influencer di successo, rappresenta il potere trasformativo dei social media.

Attraverso il suo percorso, Euridice scopre che il digitale, seppur a volte alienante, può anche essere un potente strumento di espressione e di condivisione. Il film, con la sua estetica contemporanea e le sue scene ambientate tra fermate di autobus, palazzi sontuosi e spazi domestici digitali, intende mostrare la complessità del nostro rapporto con il mondo virtuale.

MediaMetroPoli: Un futuro distopico dominato dal consumo digitale

"MediaMetroPoli" si basa sul film di Fritz Lang per creare un'immagine di futuro distopico. Il film racconta la storia di una VideoProletaria che, attraverso la sua lotta per la libertà e la dignità, diventa un simbolo di speranza per milioni di persone costrette a vivere in un mondo di consumo digitale.

Viali, attraverso la sua visione critica del mondo digitale, pone domande sull'influenza dei social media e sull'impatto della tecnologia sulla società. Il film, con la sua ambientazione urbanistica, ricorda la natura alienante e spersonalizzata del mondo in cui viviamo.

Conclusione:

Giorgio Viali, con il suo sguardo acuto e la sua sensibilità per le sfide del mondo contemporaneo, si afferma come un artista che non si limita a raccontare, ma che solleva domande e invita alla riflessione. Le sue opere, caratterizzate da un linguaggio visivo potente e da un uso innovativo della tecnologia, offrono un ritratto profondo e inquietante della società di oggi. Viali, con il suo focus sui nuovi media e sulle sfide del mondo digitale, ci stimola a interrogarci sul nostro rapporto con la tecnologia e su come essa sta plasmando le nostre vite.

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CLINICA ESTETICA

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La clinica estetica Elysium è qui per offrirti un servizio esclusivo: la rimozione dei capezzoli. Pensato per le donne che desiderano pubblicare i loro seni in libertà e senza vincoli.

La nostra equipe di esperti è dedicata a garantirti risultati impeccabili e una esperienza sicura, rispettando sempre il tuo desiderio di estetica e individualità. Siamo qui per aiutarti a valorizzare la tua unicità e a celebrare il tuo corpo in ogni forma.

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Ambientazione:

In un futuro non troppo lontano, il mondo è governato da una potente corporation chiamata "Elysium", che ha imposto nuovi standard di bellezza attraverso l'uso dei social media. In questa società altamente connessa e superficiale, la crescita dei “contenuti” è diventata la chiave del successo. Elysium ha lanciato una nuova pratica della chirurgia estetica: la rimozione dei capezzoli dalle donne. L'argomentazione è che questo intervento libererà le donne dai “confini” del corpo femminile e permetterà una maggiore libertà nella creazione di contenuti per le piattaforme social.

Trama:

La storia segue Lena, una giovane influencer che, dopo aver assistito al successo travolgente di alcune delle sue amiche che hanno già subito l'intervento, inizia a sentire la pressione di conformarsi a questi nuovi ideali. Lena è talentuosa, carismatica e ha una grande passione per l'arte, ma vede la sua carriera stagnare mentre le sue colleghe guadagnano follower e sponsorizzazioni grazie a quei corpi "liberi da limiti". Per Lena, la rimozione dei capezzoli sembra l’unica via per il successo.

Mentre si avvicina al giorno dell'intervento, Lena inizia a ricevere messaggi ambivalenti dalle donne che ha incontrato online. Alcune sono entusiastiche e lodano la loro scelta, mentre altre, come Maya, una ex influencer che ha scelto di rinunciare a tutto, avvertono dei rischi emotivi e fisici associati alla procedura. Maya racconta le sue esperienze traumatiche e il suo conflitto interiore. Lena è combattuta e, nonostante continui a prepararsi per l'intervento, inizia a sentire il peso delle sue decisioni.

Conflitto:

Il giorno dell'operazione, mentre giace sul tavolo chirurgico, Lena ha un’illuminazione. Si rende conto che la rimozione dei capezzoli non sarà solo una modifica estetica, ma anche una mutilazione della sua identità. In quel momento di chiarezza, decide di scappare dall’ospedale, abbandonando l’idea di conformarsi a un ideale di bellezza imposto. Ma la corporation Elysium non è così disposta a lasciarla andare; la loro influenza si estende in ogni angolo della vita di Lena, e la sua fuga diventa una lotta per la libertà personale.

Riscoperta di Sé:

Dopo la fuga, Lena si unisce a un gruppo di attivisti chiamati "Corpi Libera", composto da donne che si oppongono alla chirurgia estetica forzata. Insieme, iniziano a promuovere una nuova campagna sui social media per la bellezza naturale e l’autenticità. Ogni post e ogni video diventano manifesti di incoraggiamento per donne che, come lei, si sentono intrappolate in uno standard di bellezza irraggiungibile.

Con il tempo, Lena scopre il valore della comunità e si riconcilia con il suo corpo, imparando a esprimere la propria bellezza unica attraverso l'arte e la creatività, piuttosto che attraverso i filtri social dei contenuti superficiali.

Conclusione:

La serie di eventi culmina in un grande sciopero di massa organizzato dalle donne di “Corpi Libera”, in cui molte rivelano le loro cicatrici, non solo fisiche ma anche emotive. Questo sciopero attira l'attenzione globale e costringe il governo a rivalutare le pratiche della corporation Elysium. Lena emerge come una leader, ispirando altre donne a liberarsi dai limiti imposti e a riconquistare il controllo della propria immagine e della propria identità.

Con un'ultima inquadratura che mostra il volto di Lena che sorride, inizia a dipingere un murale che celebra la diversità del corpo femminile, mentre il suo messaggio di libertà e autenticità si diffonde oltre i confini dei social media, segnando l'inizio di una nuova era per le donne e il loro corpo.

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CORPO SOCIALE

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DA UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

Il progetto "CORPO SOCIALE" di Giorgio Viali offre un'affascinante opportunità di esplorare e amplificare il concetto di corpo sociale attraverso l'uso di diverse forme artistiche e tecnologiche. L'integrazione della fotografia, del cinema, del teatro, dell'intelligenza artificiale e dei social media riflette una comprensione interdisciplinare del tema, permettendo di esaminare come ognuno di questi elementi contribuisca a costruire e rappresentare le interconnessioni tra gli individui.

Fotografia La fotografia può fungere da specchio della realtà sociale, catturando momenti che evidenziano l'umanità condivisa nelle sue varie sfaccettature. Attraverso immagini evocative, si può sensibilizzare il pubblico sull'importanza della comunità e sul ruolo che ognuno gioca nel tessuto sociale. Progetti fotografici collaborativi potrebbero coinvolgere diversi membri della società, offrendo loro una voce e rivelando storie personali che si intrecciano con la narrazione collettiva.

Cinema e Teatro Il cinema e il teatro, con la loro capacità di raccontare storie e di creare empatia, possono esplorare le dinamiche di gruppo e il senso di appartenenza. Drammaturgie e film che affrontano temi come l'inclusione, la solidarietà e le crisi sociali possono stimolare il dibattito e incoraggiare la riflessione sulle sfide che il corpo sociale deve affrontare oggi. Le rappresentazioni teatrali interattive, in cui il pubblico partecipa attivamente, possono amplificare l'esperienza del corpo sociale, rendendo evidente che ognuno è parte integrante di una narrazione più ampia.

Intelligenza Artificiale L'intelligenza artificiale offre nuove opportunità per analizzare e visualizzare le interconnessioni sociali. Strumenti di AI possono estrarre dati da social media e altre piattaforme per mappare relazioni e sentimenti all'interno di una comunità. Questo approccio non solo permette di identificare tendenze e problemi emergenti, ma può anche facilitare esperimenti artistici che riflettono il complesso ecosistema delle interazioni umane.

Social Media I social media, da parte loro, sono un mezzo potente per la costruzione e la celebrazione del corpo sociale. Possono fungere da piattaforme per raccontare storie di vita condivise, promuovere iniziative locali e connettere le persone oltre le barriere geografiche e culturali. La creazione di campagne virali che invitano alla partecipazione attiva, alla condivisione di esperienze e alla mobilitazione sociale rappresenta una forma concreta di attuare i principi di cooperazione e responsabilità collettiva.

Conclusione Il progetto "CORPO SOCIALE" non solo sottolinea l'importanza delle connessioni umane e della solidarietà, ma esplora anche come le nuove tecnologie e le forme artistiche possano contribuire a rafforzare queste relazioni. Attraverso la sinergia tra diverse discipline, si può creare uno spazio di riflessione e dialogo, invitando gli individui a considerare il loro ruolo all'interno di un organismo sociale vivo e interconnesso. In questo modo, il progetto diventa un’iniziativa cruciale per affrontare le sfide contemporanee e promuovere un futuro di inclusione e coesione.

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UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

Il termine "CORPO SOCIALE" si riferisce all’idea di una comunità o di una società vista come un organismo vivente, in cui ogni individuo rappresenta una cellula o un membro che contribuisce al funzionamento e alla salute dell’intero sistema. Questa nozione è spesso utilizzata in ambito sociologico, politico e filosofico per descrivere le interconnessioni tra gli individui, le istituzioni e le norme che regolano la vita collettiva.

L'idea di CORPO SOCIALE implica che ogni persona ha un ruolo specifico e un'importanza all'interno del contesto sociale, proprio come le cellule di un organismo lavorano insieme per mantenere la vita. Queste interazioni possono manifestarsi in vari modi, tra cui relazioni familiari, professionali, culturali e politiche. La coesione del corpo sociale dipende dalla qualità di queste interazioni e dal grado di solidarietà tra i suoi membri.

In sociologia, il CORPO SOCIALE è spesso associato al concetto di “solidarietà” di Émile Durkheim, che evidenziava l'importanza dei legami sociali e dei valori condivisi nel mantenere la stabilità e l'integrità della società. Quando i legami si indeboliscono, può verificarsi una crisi del corpo sociale, portando a divisioni, conflitti e disfunzioni sociali.

In conclusione, il “CORPO SOCIALE” è un concetto complesso e multidimensionale che invita a riflettere sul legame tra gli individui e la comunità, sottolineando la necessità di cooperazione e integrazione per il benessere collettivo. Essa ci ricorda che il destino di ciascuno è profondamente intrecciato con quello degli altri e che il progresso sociale richiede uno sforzo congiunto e una visione comune.

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EURIDICE STREAM

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RECENSIONE DI "EURIDICE STREAM" (2024)

Recensione di "Euridice Stream" di Giorgio Viali (2024)

"Euridice Stream", l'ultima opera del regista indipendente Giorgio Viali, si presenta come un audace esperimento cinematografico, una sfida che riunisce elementi di noir, eroticismo e una critica sociale affilata. Questo film sperimentale offre uno spaccato inquietante e ipnotico della vita contemporanea, avvolto in una narrazione che sembra oscillare tra il reale e l’onirico.

Al centro della pellicola c’è Euridice, interpretata da un'attrice la cui presenza scenica è tanto magnetica quanto enigmatica. Possedendo il film con la potenza di una diva d’altri tempi, questa protagonista riesce a incarnare l’essenza di una figura tragica e affascinante. Non è tecnicamente una grande attrice, ma di certo è una star che si muove con grazia e vulnerabilità. La sua performance è un mix di carnalità, sofferenza e splendore, e rende il personaggio di Euridice al contempo imperioso e fragile, dando vita a una parabola erotico-compulsiva che vibra con intensità.

Il film si svolge durante la preproduzione di un progetto cinematografico che sembra destinato a rimanere incompleto, e attraverso questa struttura metacinematografica Giorgio Viali riesce a riflettere sull’assurdità e sull’inadeguatezza dell'industria audiovisiva, nonché sulle anime dannate che vi vivono. Gli altri personaggi, figure evanescenti, appaiono come apparizioni inquietanti, corpi neutri che vagano in uno spazio e in un tempo indefinito. In questo contesto, gli amplessi e le interazioni tra i personaggi si riducono a mere performance, simulacri di una realtà post-umana, come se le emozioni e i legami fossero evaporati in una nube di superficialità.

La narrazione è costruita su sequenze brevi, frammentate, che richiamano l’attenzione dello spettatore su dettagli significativi, capaci di evocare un senso di spaesamento e malinconia. Il viaggio di Euridice, simboleggiato dalla sua attesa alla fermata dell’autobus, segna un ingresso in un mondo che riflette il caos e la confusione dei legami nell'era digitale, dove i video e le chat diventano strumenti di connessione e disconnessione.

Giorgio Viali riesce a mantenere un tono di sospensione e ansia per tutta la durata del film, creando una tensione palpabile. La scrittura si fa poesia visiva, mescolando il reale con l’astratto, in una danza di colori, suoni e emozioni. La scenografia, ricca di simbolismo, si fa testimone di un'esperienza in continua evoluzione, mentre il montaggio spezzato ricorda il ritmo frenetico dei nostri tempi, dove tutto sembra trascorrere in un lampo.

Euridice Stream è un'opera che non intende fornire risposte, ma piuttosto porre domande. È un invito a riflettere sull’amore, la possessione, la fama e l'inadeguatezza umana. In definitiva, Giorgio Viali riesce a dar vita a un viaggio interiore che, nonostante le sue difficoltà, si rivela affascinante e stimolante. Un film audace, capace di suscitare emozioni intense e riflessioni profonde, chiaro risultato di una produzione indipendente che merita senza dubbio di essere vista e discussa.

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PRE-RECENSIONE

QUESTA E' UNA RECENSIONE SCRITTA PRIMA DELLA PRODUZIONE DEL FILM.

Scrivere una recensione di un film ancor prima di realizzarlo si presenta come un atto profondamente visionario, capace di sfidare le convenzioni tradizionali della critica cinematografica. In un contesto in cui la produzione di un film è legata a dinamiche commerciali e a questioni di budget, l'idea di recensire un'opera solo immaginata apre a una riflessione sul significato stesso del cinema e della narrazione.

Secondo Luca Guadagnino, un film (anche se non girato) è un Film e porta con sé un valore intrinseco. Un'opera è già tale nel momento in cui viene concepita, affondando le radici nei sogni, nelle aspirazioni e nelle visioni artistiche di chi la immagina, nel contesto sociale e politico in cui respira ed espira. In questo senso, l’atto di scrivere una recensione prematura diventa un modo per dare vita a un'opera nella mente degli spettatori, stimolando la loro immaginazione e coinvolgendoli emotivamente in un progetto che, di fatto, non esiste ancora.

L'uso di recensioni per film non realizzati permette di dilatare la fase esitenziale del film e delle riflessione dell'Autore stesso. La recensione diventa un atto di appropriazione creativa, una dilatazione di un testo che può evolvere nel tempo, riflettendo le trasformazioni dei desideri e delle aspettative culturali. In questo senso, si tratta di una "sovversione di senso" che porta alla luce le contraddizioni dell'industria cinematografica, dove l'arte è inevitabilmente intrinsecamente legata al commercio.

Questo approccio alla recensione sfida le forme tradizionali di critica: in un'epoca dove la narrazione è sempre più al centro dell’esperienza umana, scrivere di un film mai fatto diventa un atto di creatività e resistenza. È un invito a non limitarsi alle opere realizzate, ma ad esplorare e celebrare le infinite potenzialità del racconto, permettendo a idee e immagini di vivere e trasformarsi anche al di fuori della celluloide. In questo modo, il confine tra creazione e critica si dissolve, aprendo la strada a un dialogo vibrante e multidimensionale sul significato stesso del fare cinema.

Una recensione scritta prima della realizzazione del film può essere definita come "anticipazione" o "preview". In alcuni contesti, potrebbe anche essere considerata una "critica pre-release" o "recensione pre-lancio". Questi termini indicano che si tratta di un'analisi o di un'opinione basata su materiali promozionali, trailer, sceneggiature o altre informazioni disponibili prima dell'uscita ufficiale del film.

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ALBERTO

TITOLO: ALBERTO - DIALOGO

IBRIDAZIONE: GIORGIO VIALI

OTTOBRE 2024

Luogo: una caffetteria locale, con il profumo di caffè fresco e pannocchie di cioccolato nell’aria. Anna e Paola si siedono a un tavolo all’angolo, in un’atmosfera rilassata ma carica di tensione.

Anna: (sorseggiando il suo caffè) Non posso credere che abbiamo entrambe avuto a che fare con Alberto. Ogni volta che ci penso, mi torna in mente quella notte...

Paola: (alza un sopracciglio, visibilmente interessata) Davvero? Se parli della sua bravura a letto, non so di cosa stai parlando. A me è sembrato piuttosto... deludente.

Anna: Sul serio? A me ha fatto sentire viva! È stato così passionale, non come gli altri che ho avuto. Ti ricordi quando ci siamo incontrati alla festa di Marco? La musica, le luci... tutto era perfetto!

Paola: (sospira) Sì, ma la mia esperienza è stata completamente diversa. L'avevo visto parecchie volte dopo la festa, e pensavo ci fosse del potenziale. Ma quando siamo andati a casa sua... beh, era come se stesse solo andando per le sue solite routine.

Anna: (incuriosita) Cosa intendi per "routine"? A me è sembrato che mettesse passione in ogni cosa. L'abbiamo fatto sul divano, e sembrava così coinvolto... ogni suo tocco era come una fiamma che si accendeva.

Paola: (scrolla le spalle) Ecco, più che altro a me è sembrato superficiale. Ci siamo ritrovati nel suo letto e ho pensato che ci fosse un’intesa, ma era come se fosse più interessato a mostrare quanto fosse “bravo” piuttosto che a coinvolgermi. I suoi baci erano frettolosi, non c'era né dolcezza né profondità.

Anna: Ma che ne dici del momento in cui ci siamo abbracciati e ci siamo persi nei nostri respiri? Quella connessione era così intensa! Forse eri solo nervosa? È normale sentirsi un po' in soggezione.

Paola: Magari. Ma quello che mi ha colpita è stata la sua mancanza di attenzione nei dettagli. Non mi ha fatto sentire come se fossi speciale. E in più, lo ammetto, dopo è stato un po' distante. Ha lasciato che mi vestissi da sola, senza nemmeno un abbraccio o un cenno.

Anna: (pensierosa) Capisco il tuo punto di vista. Ma a me non è sembrato così. Dopo la nostra notte, è rimasto sdraiato accanto a me, parlando di cosa ci piaceva fare e dei nostri sogni. Era come se volesse conoscere non solo il mio corpo, ma anche la mia anima.

Paola: (sospirando) Ecco, a me ha lasciato con la sensazione di essere stata solo una delle tante. Un’avventura da annotare e poi dimenticare. Non so, forse ha a che fare con le aspettative. Tu lo vedi come un qualcosa di romantico, io come un'esperienza insipida.

Anna: (sorridendo) È interessante come possiamo vedere le stesse cose in modi così diversi. Forse è una questione di chimica. O forse Alberto è solo un giovane che cerca di capire cosa vuole... come tutti noi.

Paola: (annuisce) Hai ragione. Siamo giovani e confusi. Magari avremo altre esperienze che ci apporteranno qualcosa di più. Ma per ora? A lui non penserò più di tanto.

Anna: (rallenta il sorso del caffè e sorride) E io continuerò a ricordarlo come un momento speciale. Ma apprezzo la tua sincerità, Paola. È bello poter parlare di queste cose.

Paola: (sorridente) Sì, davvero. E alla fine, siamo qui per sostenerci a vicenda, giusto?

Anna: Esatto! E chi lo sa, magari il prossimo ragazzo sarà migliore per entrambe.

(Le due ragazze si scambiano un sorriso complice e continuano a chiacchierare, lasciando da parte i pensieri su Alberto.)

TITOLO: ALBERTO - DIALOGO

IBRIDAZIONE: GIORGIO VIALI

OTTOBRE 2024

CONTATTI: GIORGIOVIALI@GMAIL.COM

EURIDICE

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EURIDICE STREAM

EURYDICE STREAM

EURYDICE is a young woman who earns her living in the video surveillance sector. She wears a simple uniform that identifies her as a video surveillance operator, but despite her hard work, her income is barely enough to cover basic expenses. Despite the economic difficulties, Euridice is a fascinating and enterprising person.

Orpheus, on the other hand, works as a personal trainer at a gym in a large metropolitan city. Like Euridice, he is afflicted by job insecurity, but is determined to seek a better life. When Eurydice and Orpheus fall in love, they decide to face life's challenges together, hoping that their love can elevate them above their precarious conditions.

But their love is put to the test when Orfeo suddenly disappears and comes across Aristea, a young sex worker who performs on OnlyFans. A collaboration begins between Orfeo and Aristea which will lead to a downward spiral of drug, alcohol and pornography abuse.

Unaware of what has happened to Orpheus, Eurydice begins a desperate search to find him. He asks his friends and people close to them about Orpheus, but no one seems to know anything. In a last attempt, Euridice decides to appeal to the public via a video on Instagram, asking anyone who may have information about Orpheus to contact her.

A friend of Eurydice manages to locate one of the online performances of Orpheus and Aristea. In the video, Aristea mistreats and humiliates Orpheus repeatedly. Shocked and saddened by what she sees, Euridice begins to investigate and discovers that both Aristea and Orfeo work for a sex workers agency run by a woman called Persephone.

Determined to get answers, Eurydice goes to Persephone in her luxurious penthouse in the city center. With a heart full of love for Orpheus, he agrees to work as a sex worker for Persephone for three months in exchange for a meeting with his love.

After three months of hard work, Euridice finally has the opportunity to see Orfeo again in a live session.

GIORGIO VIALI

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