CORPO SOCIALE

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CORPO SOCIALE

DI GIORGIO VIALI

Il nuovo progetto di Giorgio Viali, intitolato “Corpo Sociale”, si presenta come un’illuminante riflessione sull’intersecarsi di identità, relazioni e contesti sociopolitici nel mondo contemporaneo. Il titolo stesso, con la sua ambiguità, invita all'esplorazione di un duplice significato: da un lato, il concetto di corpo sociale è profondamente radicato nella sociologia, dove si riferisce all’insieme delle strutture, delle istituzioni e delle interazioni che compongono la nostra società. Dall’altro, la dicotomia tra corpo e società si fa concreta, riflettendo le percezioni e le esperienze fisiche individuali di ciascun membro del corpo sociale, specialmente nel contesto dei social media.

In un epoca in cui i social media si sono trasformati in un potente strumento di comunicazione, il progetto di Viali si propone di indagare come le nostre identità fisiche e sociali siano influenzate e modellate da queste piattaforme digitali. La dimensione del “corpo” non è più solo fisica, ma si estende ad un’esistenza virtuale, dove le immagini e le informazioni si fondono, creando una nuova forma di realtà che altera la percezione di sé e delle dinamiche relazionali.

Questo duplice approccio interrogativa il rapporto intrinseco tra la dimensione sociale e quella fisica dell’uomo: come gli ambienti sociopolitici influenzano il modo in cui ci presentiamo e interagiamo online? E come queste interazioni, a loro volta, ripercuotono il nostro essere nella società? Attraverso 'Corpo Sociale', Viali si impegna a esplorare tutte queste domande, promuovendo un dialogo aperto e critico tra gli ambiti della sociologia politica e della corporeità.

Il progetto non si limita a una mera analisi accademica, ma invita tutti a partecipare attivamente all'esplorazione di queste relazioni intricate. Viali desidera che 'Corpo Sociale' diventi un laboratorio di idee e interazioni, dove le persone possano riflettere sulle loro esperienze personali legate al corpo e ai social media, creando uno spazio di condivisione e discussione che abbatte le barriere tra individualità e collettività.

In definitiva, 'Corpo Sociale' è un invito a riflettere sulle connessioni che ci legano l'uno all'altro e alle dinamiche più ampie che ci modellano. Attraverso questo progetto ambizioso, Giorgio Viali desidera affrontare il complesso dialogo tra la nostra esistenza fisica, il contesto sociopolitico e le esperienze mediate dai social media, spronando ciascuno di noi a prendere parte attivamente a questa conversazione fondamentale nel panorama attuale.

GIORGIO VIALI

AUTORE, SCENEGGIATORE, FOTOGRAFO, FILMMAKER - ROMANZO, ROMANZO ROSA, RACCONTO, SCENEGGIATURA, DRAMMATURGIA, MELODRAMMA - TESTI IBRIDI, IBRIDAZIONI, INTELLIGENZA ARTIFICIALE - CINEMA, TEATRO, SOCIAL MEDIA

CONTATTI: GIORGIOVIALI@GMAIL.COM

INSTAGRAM: GIORGIOVIALI

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MANIFESTO

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MANIFESTO

IBRIDAZIONI - CORPO SOCIALE SOTTOCOSTO USO IMPROPRIO

GIORGIO VIALI

Manifesto per le sex workers che lavorano in modo precario sulle chat online e su OnlyFans

Noi, sex workers che operano in modo precario sulle chat online e su OnlyFans, ci uniamo per difendere i nostri diritti, promuovere la solidarietà e lottare per una migliore condizione lavorativa. Questo manifesto è un impegno per noi stessi e per la nostra comunità, in cui riconosciamo l'importanza di mettere in primo piano la nostra dignità, la nostra sicurezza e il nostro benessere.

Diritto alla dignità: Dobbiamo essere trattati con rispetto e dignità, indipendentemente dalla natura del nostro lavoro. Rivendichiamo il nostro diritto a non essere giudicati o stigmatizzati a causa delle nostre scelte professionali.

Sicurezza e benessere: È fondamentale promuovere un ambiente sicuro e sano per tutti i professionisti del sesso. Rivendichiamo il diritto alla sicurezza e al benessere fisico, emotivo e mentale durante lo svolgimento delle nostre attività.

Autonomia e diritti lavorativi: Rivendichiamo il diritto alle decisioni autonome riguardo al nostro corpo e alla nostra sessualità. Riconosciamo la nostra professionalità e difendiamo i diritti lavorativi di tutti i sex workers, inclusi i contratti equi, la protezione dai licenziamenti ingiusti e la possibilità di formare sindacati o associazioni.

Accesso ai servizi di supporto: Rivendichiamo l'accesso a servizi di supporto adeguati, compresa l'assistenza legale, la consulenza psicologica e l'accesso a servizi sanitari. Dovrebbero essere disponibili risorse specifiche per affrontare le problematiche che possono emergere dal nostro lavoro.

Lotta al pregiudizio e allo stigma: Impegniamoci a lottare contro il pregiudizio e lo stigma sociale associati al lavoro sessuale. Chiediamo la promozione di una cultura rispettosa e inclusiva che riconosca il valore di tutte le professioni e il diritto di scelta individuale.

Rappresentanza e visibilità: Rivendichiamo il nostro diritto ad essere rappresentati e visibili nella società. Chiediamo un dialogo aperto e onesto sulla realtà del lavoro sessuale, con l'obiettivo di sfatare i miti e promuovere la comprensione.

Formazione e informazione: Rivendichiamo accesso a programmi di formazione e informazione che ci consentano di acquisire competenze professionali e di ampliare le nostre conoscenze su sicurezza, salute sessuale, diritti legali e meccanismi di tutela.

Collaborazione e solidarietà: Ci impegniamo a creare un ambiente di collaborazione e solidarietà all'interno della nostra comunità. Dobbiamo sostenere e aiutarci reciprocamente per affrontare le sfide del nostro lavoro e promuovere una cultura di rispetto e sostegno tra colleghi.

In qualità di sex workers che operano in modo precario sulle chat online e su OnlyFans, ci impegniamo a seguire questi principi nel perseguimento del nostro lavoro e a lavorare insieme per ottenere un miglioramento della nostra condizione lavorativa e dei nostri diritti come professionisti del sesso.

GIORGIO VIALI

AUTORE, FOTOGRAFO, FILMMAKER, VIDEOMAKER, SCENEGGIATORE - ROMANZO, DRAMMA, PSICODRAMMA, RACCONTO, FOTORACCONTO, FOTOROMANZO, MELODRAMMA - TESTI IBRIDI, IBRIDAZIONI - FOTORITRATTO, FOTOSERVIZIO, VIDEAZIONI - CINEMA, TEATRO, PERFORMANCE, SOCIAL MEDIA.

INDIPENDENTE PRECARIO - VICENZA

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IBRIDAZIONI

EURIDICE STREAM DI GIORGIO VIALI

STUDIO PERSONAGGIO

Capitolo 1 Giulia era una giovane attrice piena di talane attrice piena di talento, con il sogno di calcare i più grandi palcoscenici. Quando le venne offerto il ruolo di Euridice in una rivisitazione del celebre mito greco, non riuscì a contenere la sua gioia. Sapeva che quella sarebbe stata la sua grande occasione per dimostrare il suo valore e farsi conoscere dal pubblico. Eppure, mentre leggeva il copione, non poteva fare a meno di sentirsi sopraffatta dall'importanza del personaggio. Euridice, la sposa di Orfeo, destinata a morire prematuramente e a essere salvata dall'amore del marito che decide di affrontare il pericoloso viaggio negli Inferi per riportarla in vita. Quanto dolore, quanta sofferenza doveva esprimere per incarnare degnamente quel ruolo!

Capitolo 2 Giulia passò giorni a studiare il mito, a comprenderne appieno i significati simbolici e le implicazioni emotive. Voleva entrare in sintonia con Euridice, carpirne l'anima e le motivazioni più profonde. La sua vita era stata stroncata nel fiore degli anni, quando finalmente aveva trovato la felicità accanto a Orfeo. Come avrebbe reagito di fronte alla morte, alla perdita di tutto ciò che amava? E come avrebbe vissuto la speranza di poter tornare sulla terra, aggrappata all'amore del marito? Ogni sera, prima di addormentarsi, Giulia si immaginava in scena, a interpretare quelle intense emozioni, a dare voce al dolore di Euridice. Voleva essere all'altezza di quel ruolo, donare al pubblico un'esperienza indimenticabile.

Capitolo 3 I primi giorni di prove furono davvero intensi. Il regista, un uomo esigente e visionario, pretendeva il massimo da tutti gli attori, senza concedere alcuna sbavatura. Giulia si ritrovò a dover affrontare continue sfide, a mettere in gioco ogni sua risorsa per riuscire a dar vita al personaggio. Ci furono momenti di sconforto, in cui si sentiva inadeguata, incapace di raggiungere la profondità richiesta. Ma poi, pian piano, qualcosa in lei iniziò a cambiare. Euridice prendeva forma, diventava sempre più reale e tangibile. Giulia riusciva a immedesimarsi nei suoi sentimenti, a sentire il peso del suo dolore come fosse il suo.

Capitolo 4 Durante le prove, Giulia iniziò a riflettere sul significato del mito di Orfeo ed Euridice. Quell'amore così potente da sfidare persino la morte, eppure così fragile e destinato all'inevitabile tragedia. Euridice, costretta a tornare negli Inferi per una sola violazione della promessa di Orfeo, privata di una seconda possibilità di vita. Quanto dolore, quanta disperazione doveva aver provato nel momento in cui Orfeo si voltava per guardarla, facendola svanire per sempre! Giulia si ritrovava a condividere quella sofferenza, a sentirla come propria. Forse, in fondo, anche lei aveva sperimentato l'amara sensazione di vedere i propri sogni infranti, la felicità strappata via troppo presto.

Capitolo 1 Emma era una giovane attrice piena di talento, ma spesso tormentata dai suoi dubbi e dalle sue ansie. Quel giorno, mentre si preparava per le prove dello spettacolo, non riusciva a smettere di pensare al ruolo che le era stato affidato: Euridice, nell'ennesima rivisitazione del famoso mito greco. Si sentiva sopraffatta dalla responsabilità e dalla pressione di dover interpretare una figura così emblematica e carica di significato. Eppure, Emma era anche tremendamente elettrizzata all'idea di poter dare vita a quel personaggio. Euridice, la donna amata da Orfeo, costretta a scendere nell'Ade e a perdere irrimediabilmente la vita per colpa di un morso di serpente. Emma aveva studiato a fondo il mito, ne aveva discusso con il regista e con i suoi colleghi attori, ma ancora non riusciva a trovare il modo perfetto per incarnare quella figura così complessa e sfaccettata. Mentre fissava il copione davanti a sé, Emma si domandava come sarebbe riuscita a trasmettere tutta la disperazione e la sofferenza di Euridice, la sua perdita improvvisa dell'amore e della vita. E soprattutto, come avrebbe potuto rendere giustizia al suo coraggio nel seguire Orfeo negli Inferi, nella speranza di poter tornare insieme a lui sulla Terra. Quella parte le sembrava così importante, così carica di significato, che Emma temeva di non essere all'altezza. Eppure, sentiva che questa era la sua occasione per dimostrare a tutti, e soprattutto a se stessa, di essere una vera attrice, capace di entrare in profondità nei panni di un personaggio e di farlo rivivere in maniera autentica e toccante. Prese un respiro profondo e si diresse verso il palcoscenico, decisa a dare il meglio di sé. Quella sera, Euridice sarebbe rinata grazie alla sua interpretazione.

Capitolo 2 Le prove procedevano a ritmo serrato, e ogni giorno Emma si sentiva sempre più immersa nel ruolo di Euridice. Lavorava sodo, ripetendo le sue battute all'infinito, cercando di carpire ogni sfumatura del personaggio, ogni sua emozione, ogni suo gesto. Il regista, un uomo severo e esigente, la spronava continuamente, chiedendole di andare sempre più in profondità, di non accontentarsi di una semplice recitazione, ma di dare vita a una Euridice viva, palpitante, capace di catturare l'attenzione del pubblico. Emma sapeva che doveva farcela, che non poteva deludere né il regista, né i suoi compagni di cast, né se stessa. Quel ruolo rappresentava una vera e propria sfida, ma era anche un'opportunità unica per dimostrare il suo valore. Ogni sera, dopo le prove, Emma tornava a casa esausta ma appagata. Sentiva di star crescendo come attrice, di imparare qualcosa di nuovo su se stessa e sul suo mestiere ad ogni singola prova. E più si immedesimava in Euridice, più le sembrava di capire il dolore e la solitudine di quella donna, costretta a rinunciare all'amore e alla vita per colpa di un tragico incidente. Emma si chiedeva come sarebbe stato, per lei, vivere una simile tragedia. Avrebbe avuto la forza di seguire Orfeo negli Inferi, come aveva fatto Euridice?

EURIDICE STREAM DI GIORGIO VIALI

STUDIO PERSONAGGIO

STUDIO

EURIDICE STREAM DI GIORGIO VIALI

STUDIO PERSONAGGIO

Aristea si sistemò i capelli davanti allo specchio, osservando il suo riflesso con fare critico. Quella sera avrebbe debuttato nella sua nuova versione teatrale del mito di Orfeo ed Euridice, un'opera che le stava particolarmente a cuore. Interpretare il ruolo di Euridice, la giovane donna strappata alla vita terrena per seguire il suo amato nell'aldilà, le permetteva di dar voce a tutte le sue inquietudini e riflessioni sulla condizione femminile.

A trent'anni, Aristea faticava ancora a trovare quella stabilità emotiva e quel senso di pienezza che tanto desiderava. La sua vita era costellata di relazioni brevi e insoddisfacenti, di amori mancati e di porte sbattute in faccia. Eppure, sul palco, riusciva a liberare tutto il suo potenziale espressivo, dando vita a personaggi complessi e sfaccettati.

Mentre si truccava, la mente di Aristea cominciò a vagare, ripercorrendo le tappe fondamentali della sua vita. Aveva sempre saputo di voler fare l'attrice, fin da quando era una bambina che recitava davanti allo specchio di casa. La passione per il teatro l'aveva portata a diplomarsi in una prestigiosa accademia drammatica e a trasferirsi nella grande città, in cerca di nuove opportunità.

Certo, non era stato facile farsi strada in un ambiente così competitivo e spietato. Quante volte aveva dovuto affrontare provini deludenti, rifiuti e porte in faccia? Quante volte si era sentita inadeguata e aveva dubitato delle sue capacità? Ma la forza di volontà e la determinazione l'avevano sempre aiutata a rialzarsi e a non arrendersi.

Ora, finalmente, aveva l'occasione di interpretare uno dei ruoli più significativi della sua carriera. Euridice, la giovane donna innamorata, costretta a vivere un dramma d'amore con il suo Orfeo. Aristea si sentiva profondamente connessa con il personaggio, come se in qualche modo ne condividesse il destino tormentato.

Mentre si preparava ad andare in scena, Aristea non poteva fare a meno di riflettere sulla propria vita sentimentale. Perché, nonostante il suo talento e il suo successo professionale, riusciva a trovare così poca soddisfazione nella sfera privata? Forse il suo lavoro la assorbiva troppo, impedendole di dedicare il giusto tempo e le giuste energie alle relazioni. O forse era semplicemente sfortunata in amore, destinata a vivere un perpetuo stato di insoddisfazione e solitudine.

Con un sospiro, Aristea si diede un'ultima occhiata allo specchio, sistemando una ciocca ribelle. Era ora di entrare in scena e di dare vita al suo Euridice. Forse, interpretando quel personaggio, sarebbe riuscita a trovare un po' di pace per la sua anima inquieta.

EURIDICE STREAM DI GIORGIO VIALI

STUDIO PERSONAGGIO

AMELIA

STUDIO PER EURIDICE STREAM

CINEMA, TEATRO, SOCIAL MEDIA

PROGETTO DI GIORGIO VIALI

AUTORE IBRIDO

Euridice

Il palco era buio, un nero assoluto che si addensava come una nebbia fitta. Amelia, avvolta in un maglione di lana grigia e con le dita strette attorno a una tazza di tè freddo, fissava il vuoto. La sua mente era un vortice di immagini, frammenti di una storia antica che si intrecciavano con i dubbi attuali. Domani avrebbe dovuto iniziare le prove per "Orfeo", una nuova interpretazione del mito greco che la vedeva nel ruolo di Euridice.

Amelia non era una novizia. Aveva conquistato le luci della ribalta, guadagnandosi il plauso della critica per le sue interpretazioni intense e cariche di emozione. Ma Euridice, la donna silenziosa, la moglie in ombra, le incuteva una strana paura.

Il suo sguardo si posò sul copione aperto sul tavolino accanto a lei. Le parole di Orfeo, disperato e appassionato, echeggiavano nella sua testa. "Ritorna, amore mio, non posso vivere senza te!" E poi, il silenzio, l'angoscia di Euridice, una voce senza voce, un fantasma che aleggiava nel mondo dei morti.

Amelia aveva sempre interpretato personaggi forti, donne che gridavano la loro voce al mondo, che lottavano contro le ingiustizie. Euridice era diversa, una creatura fragile, silenziosa, intrappolata in un destino spietato. Come avrebbe potuto dare voce a quella silenziosa angoscia?

Un rumore di passi la fece sobbalzare. Era Marco, il regista, il suo mentore, il suo amico. I suoi occhi azzurri, come il mare in una giornata di tempesta, la penetravano.

"Stai pensando a Euridice?" chiese, avvicinandosi e appoggiandosi al tavolino.

Amelia annuì, senza riuscire a proferire parola.

"È una donna complessa, Amelia," disse Marco, con un leggero sorriso. "Non una semplice vittima, ma una donna con la sua storia, i suoi sogni, le sue paure. Devi trovare la sua voce, anche se silenziosa."

"Ma come?" chiese Amelia, la voce appena un sussurro. "Come si fa a dare voce al silenzio?"

"Non è facile," ammise Marco. "Ma è la tua sfida, Amelia. E so che la supererai."

Le parole di Marco le diedero un barlume di speranza, ma il dubbio rimaneva. Amelia si sentiva come un'attrice che si preparava a interpretare un ruolo che non conosceva, un ruolo che andava oltre le parole, oltre le emozioni. Un ruolo che la costringeva a confrontarsi con il mistero del silenzio.

E mentre il buio del palco la avvolgeva, Amelia non poteva fare a meno di pensare che questa non fosse solo una rappresentazione, ma un viaggio dentro se stessa, alla ricerca di una voce, non solo per Euridice, ma anche per la sua anima.

Capitolo 2: I Sussurri del Silenzio

Le prove iniziarono con un'atmosfera di trepidante attesa. Amelia, avvolta in un lungo vestito nero, si muoveva sul palco con una strana grazia, come un'ombra che danzava nel buio. Gli occhi di Marco la seguivano con attenzione, scrutando ogni suo movimento, ogni sua espressione.

"Amelia, devi essere più presente, più viva," disse Marco, dopo una scena in cui Euridice appariva come un fantasma, un'ombra sfuggente. "Euridice è una donna che ha vissuto, che ha amato, che ha sofferto. La sua presenza non può essere solo un'eco, ma un'onda che scuote il mondo."

Amelia cercò di assimilare le parole di Marco, di tradurle in azioni. Ma il peso del silenzio le opprimeva, la soffocava. Il suo ruolo era quello di essere una donna che non poteva parlare, che era costretta a vivere nel silenzio. Come avrebbe potuto esprimere la complessità delle sue emozioni, la sua disperazione, il suo amore, con una sola parola?

Durante la pausa, Amelia si nascose dietro le quinte, cercando di ritrovare il suo equilibrio. Osservò gli altri attori, i loro gesti, le loro parole, la loro energia. Eppure, non trovava la chiave per svelare il mistero di Euridice.

"Non devi cercare di imitare la voce di Euridice, Amelia," disse una voce gentile alle sue spalle. Era Anna, la costumista, una donna minuta e con un'innata sensibilità artistica. "Devi ascoltare il silenzio, il sussurro che giace dentro di te. Il silenzio è un linguaggio potente, Amelia, un linguaggio che parla all'anima."

Amelia sentì un brivido lungo la schiena. Le parole di Anna erano come un raggio di luce che penetrava la sua nebbia di dubbi. Il silenzio, il sussurro interiore... forse era lì, in quella profonda oscurità, che risiedeva la chiave per comprendere Euridice.

Nel pomeriggio, Amelia si ritrovò a provare una scena con Stefano, che interpretava Orfeo. Mentre Stefano le teneva le mani, con voce carica di dolore, Amelia guardò i suoi occhi, cercò di entrare in contatto con il suo dolore, con la sua disperazione.

E in quel momento, nel profondo del silenzio, Amelia sentì un sussurro. Non un suono, ma un'eco, un'onda di emozioni che la travolse. La sua mano, stretta in quella di Stefano, si irrigidì, la sua anima si riempì di un dolore profondo, un dolore che non aveva parole, ma che si propagava attraverso il suo corpo, attraverso la sua stessa essenza.

Mentre il sipario calava, Amelia sentì che aveva fatto un passo avanti. Il silenzio non era più un vuoto, ma un abisso di emozioni che la chiamava. Era pronta ad abbracciarlo, a farlo diventare la sua voce, la voce di Euridice.

Capitolo 3: Il Labirinto di Orfeo

Le prove procedevano a ritmo serrato. Amelia si immergeva sempre più nel ruolo di Euridice, esplorando i labirinti del suo silenzio. Le sue emozioni, nascoste nel profondo, emergevano come flussi di energia, pulsazioni di dolore, di amore, di disperazione. La sua voce, che non era una voce, trovava espressione in gesti, in sguardi, in un'intensità che trascendeva le parole.

Marco, soddisfatto, la osservava con orgoglio. "Stai diventando Euridice, Amelia," le disse una sera, dopo una scena particolarmente intensa. "Hai trovato la sua voce, il suo silenzio."

Amelia sorrise, ma il suo sorriso era pieno di mistero. Aveva trovato la voce di Euridice, ma aveva trovato anche la sua, la voce di Amelia, che si confondeva con quella della sua musa.

Mentre le prove si avvicinavano alla fine, Amelia si rese conto che il ruolo di Euridice le aveva aperto un mondo nuovo, un mondo fatto di ombre e di luci, di silenzio e di passione. Aveva scoperto un potere insospettato nella sua capacità di esprimere le emozioni attraverso il corpo, attraverso il linguaggio del silenzio.

Ma in quel mondo, c'era anche Orfeo, il suo amore, il suo tormento. Stefano, l'attore che interpretava il ruolo di Orfeo, era un uomo affascinante, con una voce che catturava l'anima. La loro chimica era palpabile, un magnetismo che si alimentava della loro reciproca passione.

Durante le prove, Amelia si lasciava trasportare dal suo ruolo, dalla sua storia. Amava Orfeo, lo desiderava, lo piangeva. La sua anima si apriva a lui, cercando di raggiungere il suo cuore, il suo dolore. E Stefano, con la sua intensità, la sua vulnerabilità, le rispondeva, la accoglieva in un abbraccio di emozioni.

Ma era solo un gioco, una rappresentazione. Amelia lo sapeva, ma le emozioni che provava erano reali, tangibili. E la confusione, la paura, l'amore che le sussurravano dentro, non si allontanavano neanche quando il sipario cadeva e il palcoscenico si svuotava.

Amelia, con il suo cuore in fermento, cercò di separare la finzione dalla realtà, di distinguerlo il suo ruolo da se stessa. Ma la linea era sottile, come un filo che si spezzava sotto la pressione di emozioni contrastanti.

Capitolo 4: La Voce del Cuore

La sera della prima, il teatro era pieno. Le luci si abbassavano, il silenzio calava come una nebbia fitta. Amelia, dietro le quinte, sentiva il battito del suo cuore accelerare, come il tamburo di un guerriero che si preparava alla battaglia.

Mentre si affacciava sul palco, avvolta in un lungo abito bianco, Amelia sentì un'ondata di energia elettrica attraversarla. Era lì, in quel momento, pronta a dare voce al silenzio, a raccontare la storia di Euridice.

La scena si aprì con il canto di Orfeo, una melodia struggente che si propagava nell'aria. Amelia, in silenzio, lo osservava, i suoi occhi pieni di un dolore silenzioso, di un amore profondo. E mentre il canto di Orfeo si alzava, Amelia sentì una voce dentro di lei, un'eco che risuonava nel suo essere. Era la voce di Euridice, la sua voce.

La rappresentazione fu un trionfo. Il pubblico, catturato dalla storia, dal dolore di Orfeo, dalla silenziosa intensità di Euridice, si lasciò trasportare in un viaggio emotivo che li toccò nel profondo.

Amelia, al termine dell'ultimo atto, si sentì esaurita, ma appagata. Aveva raggiunto il suo obiettivo, aveva dato voce al silenzio. Ma in quel silenzio, aveva trovato la sua voce, la voce del suo cuore.

Mentre le luci si riaccendevano, Amelia sentiva gli applausi, le grida di gioia del pubblico. Ma la sua attenzione era rivolta a Stefano, a Orfeo, il suo amante, il suo tormento, il suo riflesso.

I loro sguardi si incontrarono, e Amelia sentì un'onda di emozioni travolgerla. Era un sentimento ambiguo, fatto di dolore, di passione, di confusione. Non riusciva a separare l'amore di Euridice per Orfeo dall'amore, o forse dalla passione, che provava lei per Stefano.

"È stata magnifica, Amelia," le disse Stefano, avvicinandosi a lei con un sorriso. "Hai dato vita a Euridice."

"Grazie," disse Amelia, cercando di nascondere la confusione che le turbava l'anima.

"Non so se era finzione o realtà," sussurrò Stefano, i suoi occhi azzurri la fissavano con intensità.

Amelia non rispose. Non sapeva cosa fosse reale e cosa fosse finzione. L'amore, il dolore, la passione si mescolavano in un vortice di emozioni che la travolgeva.

Mentre lasciavano il teatro insieme, Amelia sentì che il suo viaggio non era finito. La voce di Euridice risuonava ancora nel suo cuore, e la confusione che la turbava era diventata un'inquietante sensazione di incompletezza.

Capitolo 5: Il Riflesso dell'Amore

Amelia e Stefano si ritrovarono spesso insieme dopo la prima di "Orfeo". I loro incontri, inizialmente casuali, diventarono sempre più frequenti, sempre più intensi. Parlavano a lungo, si confessavano i loro sogni, i loro timori, le loro passioni.

Stefano, attraverso la sua arte, aveva sempre avuto una profonda comprensione delle emozioni umane. Amelia, che aveva sempre cercato di controllare i suoi sentimenti, si sentiva finalmente libera di essere se stessa. Con Stefano, si sentiva compresa, accolta, amata.

Ma l'amore, il suo amore per Stefano, era come un'ombra che si allungava sulla sua anima, un'ombra che le faceva paura. Stefano era sposato, e la loro storia era una trasgressione, un gioco pericoloso.

Amelia, tormentata dai sensi di colpa e dal desiderio, cercava di mantenere una certa distanza da Stefano. Ma la loro attrazione era troppo forte, e i loro incontri, sempre più clandestini, si riempivano di una sensualità che le toglieva il fiato.

Una sera, dopo un'intensa prova, Stefano la aspettava nel backstage. I suoi occhi, illuminati da una luce soffusa, la fissavano con intensità. Amelia, il cuore in gola, si sentì trascinata dalla sua energia. Si ritrovò avvolta in un abbraccio che la lasciò senza fiato. I loro corpi si toccavano, e Amelia sentiva un'onda di calore attraversarla.

"Amelia, ti amo," sussurrò Stefano. "Non posso più negarlo."

Amelia, il respiro mozzato, cercò di reagire, di frenare il desiderio che la invadeva. Ma le sue parole, seppur cariche di timore, erano piene di verità.

"Anche io ti amo, Stefano," sussurrò, il suo cuore pulsava come un tamburo.

In quel momento, tra il silenzio del backstage e l'intensità dei loro sentimenti, Amelia si rese conto che il confine tra finzione e realtà si era dissolto. Il suo amore per Stefano, che inizialmente aveva visto come un riflesso dell'amore di Euridice per Orfeo, era diventato una realtà, un'esplosione di emozioni che la travolgeva.

Ma questo amore, questo gioco pericoloso, era destinato a rimanere un segreto. Un segreto che Amelia, per amore, per paura, per il desiderio di non ferire nessuno, era pronta a custodire nel profondo del suo cuore.

Capitolo 6: Le Ombre del Passato

Mentre la storia d'amore tra Amelia e Stefano si svolgeva in un labirinto di segreti, il passato di Amelia tornava a perseguitarla. Un passato che, fino a quel momento, aveva cercato di dimenticare, di seppellire sotto strati di successo e di ambizione.

Amelia era cresciuta in una famiglia disfunzionale, segnata da un'infanzia difficile. Il padre, un uomo violento e imprevedibile, aveva instillato in lei un profondo senso di paura. La madre, una donna fragile e sottomessa, era stata incapace di proteggerla.

Il teatro era diventato il suo rifugio, un mondo fantastico in cui poteva fuggire dalla realtà, dare voce ai suoi sogni, al suo dolore. Ma le ferite del passato erano ancora aperte, come cicatrici invisibili che le impedivano di vivere pienamente il presente.

Un giorno, mentre Amelia si trovava a casa, ricevette una telefonata da sua madre. La voce della donna era tremante, carica di un'angoscia che le faceva male. Il padre di Amelia si era ammalato, e le sue condizioni erano critiche.

Amelia, presa da un turbine di emozioni contrastanti, si sentì divisa tra il dolore per la sofferenza del padre e la paura che lui le aveva ispirato per tutta la vita. Decise di andare a trovarlo in ospedale, sperando di trovare un modo per perdonarlo, per liberarsi dal passato che la opprimeva.

In ospedale, Amelia trovò il padre ridotto a un'ombra del gigante che aveva conosciuto. I suoi occhi, un tempo fulmini di rabbia, erano ora vuoti e smarriti. Amelia, sentendo un'ondata di compassione, gli si avvicinò e gli prese la mano.

"Papà, è tutto okay," sussurrò, la sua voce tremava. "Siamo qui, siamo con te."

Il padre la guardò con occhi vuoti, come se non la riconoscesse. Non pronunciò una parola, ma Amelia sentì una strana pace invadere il suo cuore. In quel momento, realizzò che il padre, il suo aguzzino, era diventato un uomo fragile, sotto la pressione della malattia e del rimpianto.

Mentre lasciava l'ospedale, Amelia si sentì liberata. Il passato non era svanito, ma aveva finalmente trovato il coraggio di guardarlo negli occhi, di affrontarlo senza paura. La sua visita al padre le aveva fatto capire che anche i mostri possono diventare fragili, e che il perdono, anche se difficile, è possibile.

Capitolo 7: Il Labirinto della Verità

Il successo di "Orfeo" continuava a crescere. Amelia, con la sua interpretazione silenziosa, ma carica di emozioni, era diventata una vera e propria icona del teatro moderno. La critica la osannava, il pubblico la idolatrava.

Ma il successo non riusciva a cancellare il peso del segreto che Amelia custodiva nel suo cuore. L'amore per Stefano era diventato un tormento, un'ossessione che la divorava dall'interno. Il suo senso di colpa, il timore di ferire la moglie di Stefano, la tormentavano.

Amelia cercava di fuggire dalla realtà, di nascondersi dietro la finzione del suo ruolo, del successo che le aveva portato. Ma il labirinto della verità era troppo complesso, e il passato, che pensava di aver seppellito, tornava a perseguitarla.

Un giorno, Amelia ricevette una lettera da un avvocato. Era la moglie di Stefano. La donna, un'attrice affermata, aveva scoperto la loro relazione. La lettera era fredda, tagliente, e conteneva una richiesta precisa: Amelia doveva mettere fine alla loro storia, o si sarebbe trovata costretta a rivelare tutto al mondo.

Amelia, colpita da un'ondata di panico, sentì il mondo crollarle addosso. La verità, che aveva cercato di nascondere, era emersa dal buio. E le conseguenze, che aveva tentato di evitare, si abbattevano su di lei con tutta la loro forza.

Amelia cercò di parlare con Stefano, di trovare un modo per risolvere la situazione. Ma Stefano, spaventato, confuso e pieno di rimpianto, si era allontanato. La loro relazione, come un fragile castello di sabbia, era crollata sotto la pressione della verità.

Amelia, sola e distrutta, si ritrovò ad affrontare le conseguenze delle sue scelte. La sua carriera, il suo successo, il suo amore, tutto sembrava crollare attorno a lei. E mentre il mondo esterno le crollava addosso, Amelia si ritrovò a guardare dentro di sé, a cercare una forza, una ragione, un modo per rialzarsi.

Capitolo 8: Il Ritorno alla Luce

Amelia si ritrovò in un vortice di dolore, di confusione, di rabbia. La sua storia con Stefano, che aveva creduto fosse una fuga dalla realtà, era diventata una trappola, un labirinto di emozioni da cui le sembrava impossibile uscire.

Mentre le giornate si trasformavano in notti, Amelia si rifugiò nel suo studio, cercando di trovare un modo per esprimere il dolore che la consumava. Le parole, che prima si riversavano in ruoli teatrali, ora sembravano inadeguate, incapaci di contenere il tormento che la attanagliava.

Un pomeriggio, mentre cercava di riordinare la sua libreria, Amelia trovò un vecchio libro di poesie. Le poesie, scritte da un poeta sconosciuto, parlavano di amore, di perdita, di rimpianto. Mentre leggeva, Amelia si sentì come se quelle parole fossero state scritte per lei, come se il poeta avesse scrutato nel profondo del suo cuore e avesse dato voce al suo dolore.

Le poesie, con la loro bellezza, con la loro intensità, le diedero una nuova luce, una nuova speranza. Le parole, come un raggio di sole che penetrava la nebbia, le mostrarono che era possibile uscire dal buio, che era possibile rialzarsi dalle macerie.

Mentre la luce del sole filtrava dalla finestra, Amelia prese carta e penna. Le parole, che prima le erano sembrate un ostacolo, ora le apparivano come un'opportunità. Scrisse, come un fiume in piena, e le sue parole, cariche di dolore, di speranza, di rimpianto, si riversarono sulla carta.

Le parole di Amelia, nate dal dolore, divennero una catarsi. Le permisero di affrontare il passato, di liberarsi dal dolore che la attanagliava. E mentre le sue parole prendevano forma, Amelia si rese conto che il suo viaggio non era finito. La sua storia, come quella di Euridice, era un viaggio attraverso il buio, verso la luce.

Capitolo 9: Il Sogno del Ritorno

Amelia, guidato dalle sue parole, trovò la forza di rialzarsi. Il suo passato, seppur doloroso, le aveva insegnato una lezione preziosa: la forza della resilienza, il potere di guarigione delle parole, l'importanza di essere se stessa.

Mentre si preparava per un nuovo progetto teatrale, Amelia si sentì ispirata da una nuova energia. Il dolore era ancora presente, ma non la opprimeva più. Lo aveva trasformato in una forza, in una fonte di ispirazione.

Il nuovo progetto era un adattamento teatrale di un romanzo di Virginia Woolf. Amelia, affascinata dalla complessità dei personaggi femminili della Woolf, si ritrovò ad esplorare nuovi territori, a dare voce a donne che avevano vissuto il dolore, la solitudine, la ricerca di se stesse.

Mentre lavorava al progetto, Amelia si rese conto che il suo viaggio attraverso il dolore le aveva permesso di entrare in contatto con una parte di sé che aveva sempre cercato di reprimere. Aveva scoperto un'autentica voce, un'autentica identità.

E mentre la sua voce trovava espressione nelle parole, nei gesti, nelle emozioni che metteva in scena, Amelia si rese conto che il suo viaggio era finalmente giunto a una svolta. Aveva superato il dolore del passato, aveva trovato la sua voce, e si era riconciliata con se stessa.

La prima del nuovo progetto fu un successo. Il pubblico, commosso dall'intensità dell'interpretazione di Amelia, capì che la sua storia era un viaggio universale, un viaggio attraverso il dolore, la perdita, la ricerca di se stessi.

Mentre gli applausi si ripetevano, Amelia si sentì finalmente libera. Aveva trovato il suo posto nel mondo, aveva trovato la sua voce, aveva trovato la sua luce. Il passato, con il suo dolore e le sue lezioni, era diventato un'esperienza che l'aveva fatta crescere, che l'aveva trasformata in una donna più forte, più consapevole, più autentica.

Capitolo 10: L'Euridice che Vive

La vita di Amelia cambiò radicalmente dopo il successo del nuovo progetto. Aveva trovato la sua voce, aveva trovato la sua identità, aveva trovato il coraggio di essere se stessa. Il suo passato, seppur doloroso, l'aveva fatta crescere, l'aveva portata a una nuova consapevolezza, a una nuova comprensione della vita e del suo ruolo nel mondo.

Amelia continuò a lavorare nel teatro, con un'energia rinnovata, un'intensità che proveniva dal profondo della sua anima. Le sue interpretazioni, cariche di emozioni autentiche, toccarono il cuore del pubblico, e le fecero guadagnare la stima e l'ammirazione dei suoi colleghi.

Ma la cosa più importante era che Amelia aveva trovato se stessa. Aveva ritrovato la sua gioia, la sua passione, la sua voglia di vivere. Il suo viaggio attraverso il dolore era stato lungo e difficile, ma l'aveva portata a un nuovo livello di consapevolezza, a una nuova dimensione di sé.

Mentre Amelia si preparava per una nuova rappresentazione, si sentì un'onda di euforia. Era finalmente tornata alla luce, aveva finalmente abbracciato la sua verità. Il suo viaggio attraverso il dolore era stato come un viaggio attraverso il mondo sotterraneo, come un viaggio attraverso il labirinto di Euridice. Ma lei era riuscita a tornare alla luce, a riconquistare la sua vita, a riabbracciare la sua luce.

Amelia, ora una donna forte, autentica e piena di vita, era pronta a vivere la sua vita con coraggio, con passione, con amore. Era pronta a dare voce alla sua verità, a condividere la sua luce con il mondo.

Mentre le luci si accendevano sul palco, Amelia sentì il battito del suo cuore. Non era più Euridice, la donna in ombra, ma la donna che aveva trovato la sua luce, la donna che aveva ritrovato la sua voce. Era Amelia, l'attrice, la donna, l'Euridice che viveva.

STUDIO PER EURIDICE STREAM

CINEMA, TEATRO, SOCIAL MEDIA

PROGETTO DI GIORGIO VIALI

AUTORE IBRIDO

CORPO SOCIALE

CORPO SOCIALE

DA UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

Il progetto "CORPO SOCIALE" di Giorgio Viali offre un'affascinante opportunità di esplorare e amplificare il concetto di corpo sociale attraverso l'uso di diverse forme artistiche e tecnologiche. L'integrazione della fotografia, del cinema, del teatro, dell'intelligenza artificiale e dei social media riflette una comprensione interdisciplinare del tema, permettendo di esaminare come ognuno di questi elementi contribuisca a costruire e rappresentare le interconnessioni tra gli individui.

Fotografia La fotografia può fungere da specchio della realtà sociale, catturando momenti che evidenziano l'umanità condivisa nelle sue varie sfaccettature. Attraverso immagini evocative, si può sensibilizzare il pubblico sull'importanza della comunità e sul ruolo che ognuno gioca nel tessuto sociale. Progetti fotografici collaborativi potrebbero coinvolgere diversi membri della società, offrendo loro una voce e rivelando storie personali che si intrecciano con la narrazione collettiva.

Cinema e Teatro Il cinema e il teatro, con la loro capacità di raccontare storie e di creare empatia, possono esplorare le dinamiche di gruppo e il senso di appartenenza. Drammaturgie e film che affrontano temi come l'inclusione, la solidarietà e le crisi sociali possono stimolare il dibattito e incoraggiare la riflessione sulle sfide che il corpo sociale deve affrontare oggi. Le rappresentazioni teatrali interattive, in cui il pubblico partecipa attivamente, possono amplificare l'esperienza del corpo sociale, rendendo evidente che ognuno è parte integrante di una narrazione più ampia.

Intelligenza Artificiale L'intelligenza artificiale offre nuove opportunità per analizzare e visualizzare le interconnessioni sociali. Strumenti di AI possono estrarre dati da social media e altre piattaforme per mappare relazioni e sentimenti all'interno di una comunità. Questo approccio non solo permette di identificare tendenze e problemi emergenti, ma può anche facilitare esperimenti artistici che riflettono il complesso ecosistema delle interazioni umane.

Social Media I social media, da parte loro, sono un mezzo potente per la costruzione e la celebrazione del corpo sociale. Possono fungere da piattaforme per raccontare storie di vita condivise, promuovere iniziative locali e connettere le persone oltre le barriere geografiche e culturali. La creazione di campagne virali che invitano alla partecipazione attiva, alla condivisione di esperienze e alla mobilitazione sociale rappresenta una forma concreta di attuare i principi di cooperazione e responsabilità collettiva.

Conclusione Il progetto "CORPO SOCIALE" non solo sottolinea l'importanza delle connessioni umane e della solidarietà, ma esplora anche come le nuove tecnologie e le forme artistiche possano contribuire a rafforzare queste relazioni. Attraverso la sinergia tra diverse discipline, si può creare uno spazio di riflessione e dialogo, invitando gli individui a considerare il loro ruolo all'interno di un organismo sociale vivo e interconnesso. In questo modo, il progetto diventa un’iniziativa cruciale per affrontare le sfide contemporanee e promuovere un futuro di inclusione e coesione.

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ALCUNI CONTENUTI DI QUESTO SITO WEB SONO IL PRODOTTO DI INTERAZIONI TRA INTELLIGENZA ARTIFICIALE E AUTORE.

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CORPO SOCIALE

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UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

Il termine "CORPO SOCIALE" si riferisce all’idea di una comunità o di una società vista come un organismo vivente, in cui ogni individuo rappresenta una cellula o un membro che contribuisce al funzionamento e alla salute dell’intero sistema. Questa nozione è spesso utilizzata in ambito sociologico, politico e filosofico per descrivere le interconnessioni tra gli individui, le istituzioni e le norme che regolano la vita collettiva.

L'idea di CORPO SOCIALE implica che ogni persona ha un ruolo specifico e un'importanza all'interno del contesto sociale, proprio come le cellule di un organismo lavorano insieme per mantenere la vita. Queste interazioni possono manifestarsi in vari modi, tra cui relazioni familiari, professionali, culturali e politiche. La coesione del corpo sociale dipende dalla qualità di queste interazioni e dal grado di solidarietà tra i suoi membri.

In sociologia, il CORPO SOCIALE è spesso associato al concetto di “solidarietà” di Émile Durkheim, che evidenziava l'importanza dei legami sociali e dei valori condivisi nel mantenere la stabilità e l'integrità della società. Quando i legami si indeboliscono, può verificarsi una crisi del corpo sociale, portando a divisioni, conflitti e disfunzioni sociali.

In conclusione, il “CORPO SOCIALE” è un concetto complesso e multidimensionale che invita a riflettere sul legame tra gli individui e la comunità, sottolineando la necessità di cooperazione e integrazione per il benessere collettivo. Essa ci ricorda che il destino di ciascuno è profondamente intrecciato con quello degli altri e che il progresso sociale richiede uno sforzo congiunto e una visione comune.

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MODELLO ONLYFANS

L'Autonomia Creativa: L'Impatto del Modello OnlyFans sull'Arte Contemporanea

In un mondo sempre più connesso e digitalizzato, il paradigma della creazione e gestione dei contenuti ha subito una trasformazione radicale. OnlyFans, una piattaforma che ha dato voce e potere economico a performers e creatori, ha dimostrato come la produzione artistica può essere autonomamente controllata dai suoi stessi autori. Questo modello, caratterizzato da un'interazione diretta con il pubblico e da un'autogestione economica, sta ora permeando il panorama artistico e visivo, creando spazi di espressione ibrida e innovativa.

Nei progetti ibridi in corso, attori e attrici non sono più semplici interpreti, ma diventano architetti delle loro stesse narrazioni. Creano, gestiscono e promuovono i propri contenuti, rifiutando le strutture tradizionali che spesso limitano la creatività e l’indipendenza. Questo passaggio dall’essere strumenti di una narrativa imposta a protagonisti consapevoli del proprio destino artistico segna un cambiamento epocale.

L'affermazione di questo nuovo modello non è solo una questione di opportunità individuali, ma rappresenta un vero e proprio spostamento del potere nel mondo artistico. Le dinamiche di creazione dei contenuti si intrecciano con tematiche sociali e politiche, riflettendo e affrontando le problematiche contemporanee in modo diretto e impattante. Gli artisti, armati di una piattaforma di distribuzione personale, non solo amplificano le loro voci, ma trasformano l'arte in un veicolo di cambiamento sociale.

Questo fenomeno segna l'inizio di una nuova era in cui la creatività non è più confinata nei limiti delle istituzioni tradizionali, ma si espande in territori inesplorati, alimentata dalla passione e dall'innovazione. È tempo di riconoscere l'importanza di questo approccio e abbracciare la libertà e l'autonomia che i creatori contemporanei reclamano. In questo contesto, l'arte diventa non solo un'espressione personale, ma un potente strumento di resistenza e trasformazione sociale.

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CONTROVISIONE

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DA UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

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CORPO SOCIALE

LABORATORIO DI INTERAZIONI VISIVE ED ESPRESSIVE

DA UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

Il concetto di CORPO SOCIALE racchiude in sé una varietà di significati e sfaccettature, emergendo come un laboratorio di studio e riflessione su come gli individui siano interconnessi all'interno di comunità. Il laboratorio indaga le relazioni, le interazioni e le strutture che formano il tessuto sociale, esplorando le modalità attraverso cui si realizzano le dinamiche relazionali e le identità collettive e agendo attivamente con interazioni visive ed espressive.

Il CORPO SOCIALE si manifesta attraverso un insieme di relazioni che collegano le persone, stabilendo diritti e doveri, ma anche aspettative e responsabilità. Queste relazioni sono mediate da istituzioni, norme e valori culturali, che giocano un ruolo cruciale nel forgiarsi delle identità individuali e collettive. L'interazione tra i membri di una comunità influenza non solo le loro azioni, ma anche le loro percezioni e posizioni all'interno della società. Il laboratorio Corpo Sociale si propone quindi di esaminare come questi legami si sviluppano e quali effetti produce sul benessere degli individui e sulla coesione sociale.

Il termine CORPO chiama in causa anche la dimensione fisica dell'individuo (il suo CORPO), ed il modo in cui la società influisce sulla percezione personale del CORPO stesso. Nella cultura contemporanea, il corpo è al centro dell'attenzione, non solo come entità biologica, ma come veicolo di espressione e identità. L'aspetto sociale del corpo si riferisce a come gli individui siano influenzati da norme di bellezza, ideali di comportamento e aspettative sociali. E a come il CORPO esposto nei SOCIAL MEDIA e ONLINE sia o possa essere un CORPO SOCIALE.

In sintesi, Corpo Sociale si propone come LABORATORI che esplora i legami intrinseci tra l'individuo e la collettività, focalizzandosi sulle sfide contemporanee che il corpo umano incontra nel contesto sociale.

CORPO SOCIALE

DA UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

INTERAZIONI, INCURSIONI, CONTENUTI, CORPI, VISI, SGUARDI - TEATRO, CINEMA, PERFORMANCE - TESTI - GIORGIO VIALI - VICENZA

CORPO SOCIALE - TESTI, IBRIDAZIONI - GIORGIO VIALI

ADULTO

L’adolescente, ma oggigiorno anche l’adulto, diventa sempre più affamato di conferme sul proprio aspetto fisico, e le cerca negli sguardi e commenti degli altri. Il corpo esprime “la misura del nostro valore sociale”, ma fa perdere così di vista importanti qualità valoriali; diventa un oggetto da esibire ed abbellire, influenzato a livello socioculturale non solo dai familiari, i pari e i media tradizionali (televisione e giornali), ma anche da internet e i social network. L’esposizione ad una miriade di immagini manipolate, genera il desiderio di avvicinarsi a modelli per lo più irrealizzabili. Maggiore è il tempo e la frequenza con cui si usano i social, maggiore è il rischio di sviluppare un’insoddisfazione per il corpo, soprattutto in coloro che pubblicano più selfie e che danno un’estrema importanza ai “mi piace” ricevuti sulle foto pubblicate. I social, grazie all’elevato numero di immagini del corpo postate e a conversazioni centrate su cibo, diete e apparenza, contribuiscono sempre più all’insorgenza di disturbi dell’immagine corporea.

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INTERAZIONI VISIVE ED ESPRESSIVE

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Il concetto di CORPO SOCIALE racchiude in sé una varietà di significati e sfaccettature, emergendo come un laboratorio di studio e riflessione su come gli individui siano interconnessi all'interno di comunità. Il laboratorio indaga le relazioni, le interazioni e le strutture che formano il tessuto sociale, esplorando le modalità attraverso cui si realizzano le dinamiche relazionali e le identità collettive e agendo attivamente con interazioni visive ed espressive.

Il CORPO SOCIALE si manifesta attraverso un insieme di relazioni che collegano le persone, stabilendo diritti e doveri, ma anche aspettative e responsabilità. Queste relazioni sono mediate da istituzioni, norme e valori culturali, che giocano un ruolo cruciale nel forgiarsi delle identità individuali e collettive. L'interazione tra i membri di una comunità influenza non solo le loro azioni, ma anche le loro percezioni e posizioni all'interno della società. Il laboratorio Corpo Sociale si propone quindi di esaminare come questi legami si sviluppano e quali effetti produce sul benessere degli individui e sulla coesione sociale.

Il termine CORPO chiama in causa anche la dimensione fisica dell'individuo (il suo CORPO), ed il modo in cui la società influisce sulla percezione personale del CORPO stesso. Nella cultura contemporanea, il corpo è al centro dell'attenzione, non solo come entità biologica, ma come veicolo di espressione e identità. L'aspetto sociale del corpo si riferisce a come gli individui siano influenzati da norme di bellezza, ideali di comportamento e aspettative sociali. E a come il CORPO esposto nei SOCIAL MEDIA e ONLINE sia o possa essere un CORPO SOCIALE.

In sintesi, Corpo Sociale si propone come LABORATORI che esplora i legami intrinseci tra l'individuo e la collettività, focalizzandosi sulle sfide contemporanee che il corpo umano incontra nel contesto sociale.

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