CORPO SOCIALE

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CORPO SOCIALE

DI GIORGIO VIALI

Il nuovo progetto di Giorgio Viali, intitolato “Corpo Sociale”, si presenta come un’illuminante riflessione sull’intersecarsi di identità, relazioni e contesti sociopolitici nel mondo contemporaneo. Il titolo stesso, con la sua ambiguità, invita all'esplorazione di un duplice significato: da un lato, il concetto di corpo sociale è profondamente radicato nella sociologia, dove si riferisce all’insieme delle strutture, delle istituzioni e delle interazioni che compongono la nostra società. Dall’altro, la dicotomia tra corpo e società si fa concreta, riflettendo le percezioni e le esperienze fisiche individuali di ciascun membro del corpo sociale, specialmente nel contesto dei social media.

In un epoca in cui i social media si sono trasformati in un potente strumento di comunicazione, il progetto di Viali si propone di indagare come le nostre identità fisiche e sociali siano influenzate e modellate da queste piattaforme digitali. La dimensione del “corpo” non è più solo fisica, ma si estende ad un’esistenza virtuale, dove le immagini e le informazioni si fondono, creando una nuova forma di realtà che altera la percezione di sé e delle dinamiche relazionali.

Questo duplice approccio interrogativa il rapporto intrinseco tra la dimensione sociale e quella fisica dell’uomo: come gli ambienti sociopolitici influenzano il modo in cui ci presentiamo e interagiamo online? E come queste interazioni, a loro volta, ripercuotono il nostro essere nella società? Attraverso 'Corpo Sociale', Viali si impegna a esplorare tutte queste domande, promuovendo un dialogo aperto e critico tra gli ambiti della sociologia politica e della corporeità.

Il progetto non si limita a una mera analisi accademica, ma invita tutti a partecipare attivamente all'esplorazione di queste relazioni intricate. Viali desidera che 'Corpo Sociale' diventi un laboratorio di idee e interazioni, dove le persone possano riflettere sulle loro esperienze personali legate al corpo e ai social media, creando uno spazio di condivisione e discussione che abbatte le barriere tra individualità e collettività.

In definitiva, 'Corpo Sociale' è un invito a riflettere sulle connessioni che ci legano l'uno all'altro e alle dinamiche più ampie che ci modellano. Attraverso questo progetto ambizioso, Giorgio Viali desidera affrontare il complesso dialogo tra la nostra esistenza fisica, il contesto sociopolitico e le esperienze mediate dai social media, spronando ciascuno di noi a prendere parte attivamente a questa conversazione fondamentale nel panorama attuale.

GIORGIO VIALI

AUTORE, SCENEGGIATORE, FOTOGRAFO, FILMMAKER - ROMANZO, ROMANZO ROSA, RACCONTO, SCENEGGIATURA, DRAMMATURGIA, MELODRAMMA - TESTI IBRIDI, IBRIDAZIONI, INTELLIGENZA ARTIFICIALE - CINEMA, TEATRO, SOCIAL MEDIA

CONTATTI: GIORGIOVIALI@GMAIL.COM

INSTAGRAM: GIORGIOVIALI

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VIXOGRAMMA

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VIXOGRAMMA - VIXOGRAMMI

Introduzione del Vixogramma: la Nuova Unità di Base degli Elementi Visivi nell'Era dei Social Media e dell'Intelligenza Artificiale

Data: 12/11/2024

Siamo lieti di annunciare il lancio ufficiale del concetto di Vixogramma, un innovativo neologismo creato da Giorgio Viali, che segna un importante passo avanti nella comprensione e definizione delle unità visive nell'epoca contemporanea caratterizzata dall'entropia visiva innescata dai social media e dall'intelligenza artificiale.

Con la proliferazione di contenuti visivi sui social media, le tradizionali categorie visive dell'era precedente sono state minate e spesso invalidate. In questo contesto, il Vixogramma emerge come la nuova unità di base, integrando non solo gli elementi visivi, ma anche quelli temporali, sociali, emozionali ed autoriali. Questo approccio multidimensionale riflette le complesse interazioni tra le immagini e la nostra identità nel panorama contemporaneo.

Giorgio Viali, riconosciuto come una delle voci più interessanti nel dibattito su immagini e corpi, offre una prospettiva innovativa sul potere rivoluzionario di questi elementi visivi. Attraverso il Vixogramma, Viali propone un nuovo sistema di costruzione e definizione della multiidentità, sottolineando come le "Dipendenze" diventino un elemento costitutivo dell'identità personale all'interno di un sistema di intossicazione involontaria.

Il lavoro di Viali si innesta nell'analisi teorica e politica degli sviluppi del ventesimo secolo, in particolare nel contesto di quello che l'autore Paul B. Preciado ha definito il "regime farmacopornografico". Questo concetto delinea i processi di gestione biomolecolare (farmaco) e semiotico-tecnologica (pornografico) che contribuiscono alla produzione della soggettività nell'attuale contesto culturale e sociale.

Invitiamo i media, i ricercatori e tutti coloro che sono interessati a esplorare le nuove dinamiche visive del nostro tempo a unirsi a noi per approfondire queste tematiche attraverso il lens del Vixogramma.

Introduction of the Vixogramma: The New Basic Unit of Visual Elements in the Era of Social Media and Artificial Intelligence

Date: 11/12/2024

We are pleased to announce the official launch of the concept of the Vixogramma, an innovative neologism created by Giorgio Viali, which marks a significant advancement in the understanding and definition of visual units in the contemporary epoch characterized by visual entropy induced by social media and artificial intelligence.

With the proliferation of visual content on social media, traditional visual categories from the preceding era have been undermined and often rendered obsolete. In this context, the Vixogramma emerges as the new foundational unit, integrating not only visual elements but also temporal, social, emotional, and authorship aspects. This multidimensional approach reflects the complex interactions between images and our identity in today's landscape.

Giorgio Viali, recognized as one of the most influential voices in the discourse surrounding images and bodies, offers an innovative perspective on the revolutionary power of these visual elements. Through the Vixogramma, Viali proposes a new system for constructing and defining multi-identity, emphasizing how "Dependencies" become a constitutive element of personal identity within a framework of involuntary intoxication.

Viali's work is situated within the theoretical and political analysis of developments in the twentieth century, particularly in the context of what author Paul B. Preciado has termed the "pharmacopornographic regime." This concept outlines the processes of biomolecular management (pharmaceutical) and semiotic-technological (pornographic) that contribute to the production of subjectivity in the current cultural and social context.

We invite the media, researchers, and all those interested in exploring the new visual dynamics of our time to join us in delving deeper into these themes through the lens of the Vixogramma.


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CORPO SOCIALE

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CORPO SOCIALE

RECENSIONE DI USO IMPROPRIO

AUTORE IBRIDO

"Corpo sociale"

Regia: Matteo Garrone Anno: 2024

"Corpo sociale", l'ultima opera di Matteo Garrone, è un film audace e provocatorio che affronta il tema dell'identità e della libertà nell'era dei social media. La pellicola si concentra su Lisa, una giovane donna che vive in un mondo in cui il conformismo e la ricerca di approvazione virtuale sono diventati la norma. Garrone, con il suo stile distintivo e visivamente accattivante, dipinge un ritratto inquietante e affascinante della nostra società contemporanea.

Lisa, interpretata magistralmente da un'attrice emergente, è un personaggio che risuona profondamente con il pubblico contemporaneo. Inizialmente immersa nelle dinamiche superficiali delle piattaforme social, la sua evoluzione è palpabile e autorevole. Mentre gli altri si piegano alle aspettative digitali, Lisa decide di prendere in mano la sua vita, con una scelta radicale: abbandonare il conformismo e cercare la sua vera identità al di là degli schermi.

La sceneggiatura, frutto della penna acuta di Garrone e del suo collaboratore di lunga data, è ricca di dialoghi incisivi e situazioni che mettono a confronto il mondo reale con quello virtuale. La regia di Garrone è caratterizzata da una forte attenzione al dettaglio, con una fotografia che gioca tra luci e ombre, riflettendo simbolicamente il conflitto interno della protagonista.

Uno degli aspetti più toccanti del film è la rappresentazione delle relazioni umane. Mentre Lisa si allontana dal mondo virtuale, le sue interazioni personali diventano sempre più significative. Garrone riesce a catturare la vulnerabilità e la forza della protagonista con una delicatezza che tocca le corde dell'anima. Le performance del cast di supporto, comprensivo di volti noti e talenti emergenti, arricchiscono ulteriormente il racconto, portando spessore e autenticità ai vari ruoli.

"Corpo sociale" non è solo un film sulla ribellione contro le aspettative imposte dalla società, ma anche un invito a riflettere sulle conseguenze della nostra dipendenza dai social media. Garrone affronta questo tema in modo accattivante e viscerale, invitando lo spettatore a interrogarsi sull'autenticità delle proprie scelte e relazioni.

In conclusione, "Corpo sociale" è una pellicola straordinaria che segna un'importante evoluzione nella filmografia di Matteo Garrone. Con la sua capacità di mescolare il dramma con il reale e il virtuale, offre una profonda analisi delle sfide che affrontiamo nel mondo moderno. Un film imperdibile che ci spinge a riscoprire la nostra libertà e la nostra individualità, lontano dai riflettori digitali.

DA UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

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SOFIA

STUDIO PER EURIDICE STREAM

CINEMA, TEATRO, SOCIAL MEDIA

PROGETTO DI GIORGIO VIALI

AUTORE IBRIDO

Capitolo 1: La Scelta

L'aria nella sala prove era densa di aspettative e trepidazione. Il profumo di legno di palcoscenico si mescolava a quello di sudore e ansia, mentre le luci alogene proiettavano ombre affilate sui volti dei giovani attori. Sofia, la protagonista, si sentiva come un burattino appeso a un filo invisibile, sospesa tra il presente e il futuro incerto. Le era stato affidato il ruolo di Euridice nella nuova rivisitazione del mito di Orfeo ed Euridice, una sfida emotiva e intellettuale che la attraeva e intimoriva allo stesso tempo.

Sofia, con i suoi ventitré anni, era una promessa del teatro italiano, una giovane donna piena di talento e passione. Aveva già recitato in ruoli importanti, ma questo era diverso. Questo era il ruolo che poteva consacrarla, ma anche quello che poteva spezzare la sua carriera in mille pezzi. Le mani le tremavano leggermente mentre sfogliava il copione, cercando di decifrare le parole di una donna condannata al silenzio, ad un amore impossibile, ad una scelta crudele.

"Sofia? Sei pronta?" La voce di Matteo, il regista, la riportò alla realtà. La sua espressione era seria, concentrata, e Sofia cercò di imitare quella calma che lui emanava. "Sì, Matteo. Sono pronta."

"Bene. Voglio che tu entri nel personaggio. Chi è Euridice per te? Qual è la sua storia?"

Sofia chiuse gli occhi, cercando di attingere a una fonte interiore, cercando di dare forma al vuoto che la circondava. "Euridice è una donna silenziosa, Matteo. È come se le avessero strappato la voce, la sua identità. È un'ombra, un fantasma, una vittima del destino, ma anche di se stessa."

"Perché?"

"Perché ha ceduto alla paura, all'istinto di sopravvivenza. Ha scelto la vita, non la morte, ma ha dimenticato l'amore."

Matteo annuì lentamente. "Interessante. Ma cosa ne pensi del silenzio? Cosa comunica Euridice senza parlare?"

Sofia ci pensò a lungo, assorta nel suo pensiero, poi alzò lo sguardo, determinata. "Il silenzio di Euridice è un grido. È un'accusa, una disperazione, un'espressione di dolore e di rabbia. È la sua voce, che non ha voce."

"Ottimo. Allora, dimmi, quale Euridice vuoi portare in scena?"

Sofia inspirò profondamente, cercando di trovare la forza di rispondere. "Voglio portare in scena un'Euridice che non si limita a subire il suo destino, ma che combatte per la propria libertà. Voglio che il pubblico veda la sua rabbia, la sua disperazione, ma anche il suo amore, la sua sete di vita, la sua voglia di essere finalmente libera."

Matteo sorrise, soddisfatto. "Questa è la Euridice che voglio vedere. Ora, prova a raccontarci la sua storia."

Sofia chiuse gli occhi, e per la prima volta, si sentì pronta a dare voce al silenzio di Euridice.

Capitolo 2: L'Ombra di Orfeo

L'ombra di Orfeo si proiettava su Sofia come una macchia oscura, un peso che le opprimeva il cuore. Era un amore impossibile, un destino crudele, un destino che lei doveva interpretare. Orfeo, il poeta, il musicista, l'amante che aveva sfidato gli Dei per riportare in vita la sua amata. Sofia lo osservava mentre si esercitava nel suo canto, una melodia struggente che sembrava sfiorare la sua anima.

"Sofia, ascolta attentamente," disse Matteo, interrompendole i pensieri. "La relazione tra Orfeo ed Euridice è complessa, tortuosa. È un amore che nasce dall'ossessione, dalla paura, dalla possessione. Non è un amore puro, ma un amore che si nutre di dolore, di sofferenza, di sacrificio."

Sofia si sentì un nodo allo stomaco. Matteo aveva ragione. L'amore di Orfeo era un amore egoista, un amore che non lasciava spazio alla libertà di Euridice, un amore che la costringeva a vivere nell'ombra.

"Non è facile entrare nella testa di un personaggio così tormentato," continuò Matteo. "Orfeo è accecato dal dolore, dalla sua stessa passione, e questo lo rende cieco alle esigenze di Euridice. Lui la vuole indietro, ma non vuole la sua vera Euridice, vuole una Euridice che lo ami incondizionatamente, una Euridice che sia solo sua."

Sofia si rese conto che il suo ruolo non era solo quello di interpretare Euridice, ma anche quello di esplorare la complessità del rapporto tra i due amanti. Dovrebbe riuscire a trasmettere la sofferenza di Euridice, la sua paura, il suo desiderio di liberazione, ma anche la sua rabbia, la sua frustrazione, il suo senso di impotenza.

"Non è facile essere Euridice," disse infine, con un filo di voce. "Non è facile essere la donna amata, ma non desiderata. È un peso che non vorrei mai dover portare."

Matteo le posò una mano sulla spalla, in segno di comprensione. "Sofia, non devi portare questo peso. Devi solo comprenderlo. Devi dare voce al silenzio di Euridice. Devi far sentire la sua sofferenza, il suo grido, la sua rabbia. Solo così il pubblico potrà comprendere la tragedia di questo amore."

Sofia respirò profondamente, cercando di trovare la forza per affrontare la sfida che l'attendeva. Il ruolo di Euridice era un peso, un'ombra, ma anche una promessa di liberazione. E lei era pronta a dare voce a quella promessa.

Capitolo 3: Le Parole Sottaciute

Le parole di Euridice erano un fiume sotterraneo, che scorreva silenzioso sotto la superficie della storia. Il suo silenzio era eloquente, carico di significati nascosti, di desideri taciuti, di rimpianti inconfessati. Sofia si immerse nel copione, analizzando ogni singola frase, ogni singola pausa, ogni singolo sguardo.

Cercò di immaginare il mondo di Euridice, il mondo prima della morte, il mondo prima di Orfeo. Quali erano i suoi sogni, i suoi desideri, le sue paure? Cosa l'aveva spinta ad accettare il destino che la attendeva?

Sofia si ritrovò a riflettere sulla sua stessa vita, sulle sue scelte, sui suoi rimpianti. Si accorse che la storia di Euridice era la storia di ogni donna, la storia di ogni individuo che si sente prigioniero del proprio destino, che si sente costretto a vivere una vita che non gli appartiene.

Cercò di dare voce a quelle parole sottaciute, a quelle emozioni che si nascondevano sotto la superficie. Usò il suo corpo, il suo sguardo, il suo respiro per esprimere il dolore di Euridice, la sua paura, la sua rabbia, il suo amore.

"Sofia, non sforzarti. Non devi urlare, non devi gridare," la corresse Matteo. "Il dolore di Euridice è profondo, silenzioso, come un vento gelido che ti attraversa il corpo. Devi essere delicata, sottile, come un fiore che appassisce al freddo."

Sofia ascoltò attentamente le parole di Matteo, cercando di trovare il giusto equilibrio tra la forza e la fragilità. Si rese conto che il silenzio di Euridice non era solo un vuoto, ma una forma di resistenza, un modo per proteggersi dal dolore, dal mondo, da Orfeo.

"Non è facile essere silenziosa," confessò a Matteo, con voce bassa. "Devi imparare a parlare con il tuo corpo, con il tuo sguardo, con il tuo respiro. Devi imparare a dare voce al tuo dolore, senza parlare."

Matteo sorrise, soddisfatto. "Esattamente. Devi imparare a usare il silenzio come un'arma, come una lingua. Devi imparare a parlare con il tuo cuore."

Sofia si sentì carica di nuova energia. Il silenzio di Euridice non era più un peso, ma una sfida, un'opportunità per esplorare la profondità della sua anima.

Capitolo 4: L'Incanto di Orfeo

La melodia di Orfeo permeava la sala prove, un incantesimo che catturava l'attenzione di tutti. Era un canto struggente, appassionato, che sembrava provenire dall'anima stessa dell'artista. Sofia lo osservava con un misto di ammirazione e di apprensione.

"Orfeo è un uomo affascinante, Sofia. Un uomo che riesce a incantare gli Dei con la sua musica," le disse Matteo. "Ma il suo talento è anche la sua maledizione. È ossessionato dalla sua arte, dalla sua musica, e questo lo acceca alle esigenze di Euridice."

Sofia annuì, compresa. La musica di Orfeo era un muro che separava i due amanti, un linguaggio che solo lui comprendeva. La voce di Euridice, il suo silenzio, non riuscivano a penetrare in quel mondo di note e di emozioni.

"Orfeo è un uomo fragile, Sofia. Un uomo che ha paura di perdere il suo amore, la sua ispirazione. Ha paura della morte, della solitudine, del silenzio," le spiegò Matteo. "La sua musica è il suo modo di affrontare la paura, di combattere il dolore, di cercare la salvezza."

Sofia cercò di immedesimarsi in Orfeo, di capire il suo dolore, la sua ossessione, la sua sete di amore. Si rese conto che la tragedia di Euridice era anche la tragedia di Orfeo, la tragedia di un uomo che non riusciva a trovare la vera felicità, la vera libertà.

"È come se lui la volesse indietro, ma non la volesse davvero," commentò Sofia, con voce bassa. "Come se volesse solo il ricordo di lei, non la sua presenza."

Matteo annuì, comprendendo il suo pensiero. "Sì, Sofia. Orfeo è un uomo che si illude di poter controllare il destino, di poter riportare in vita la sua amata. Ma la vita, l'amore, la morte sono forze più grandi di lui."

Sofia si sentì più vicina a Euridice, alla sua sofferenza, alla sua disperazione. Si rese conto che la sua tragedia era anche la tragedia di Orfeo, la tragedia di un amore impossibile, di un'illusione che si frantumava contro la realtà.

Capitolo 5: La Scelta di Euridice

La decisione di Euridice era come un macigno sul cuore di Sofia. La scelta tra la vita e l'amore, tra il silenzio e la libertà. Era una scelta impossibile, un dilemma che la tormentava.

"Sofia, devi dare voce alla paura di Euridice," disse Matteo. "Devi far sentire il suo timore di tornare nel mondo dei vivi, il suo timore di perdere Orfeo, il suo timore di ritrovarsi sola."

Sofia cercò di immaginare la paura di Euridice, la paura di un mondo che non la riconosceva più, la paura di un amore che la costringeva a vivere nell'ombra. Si rese conto che la scelta di Euridice non era solo una scelta individuale, ma una scelta sociale, una scelta che rifletteva il ruolo della donna nella società.

"Euridice è una donna silenziosa, Matteo. Una donna che ha subito la violenza del mondo, che è stata privata della sua voce, della sua libertà," disse Sofia. "La sua scelta è un atto di disperazione, un atto di ribellione, un atto di resistenza."

Matteo annuì, comprendendo il suo pensiero. "Sì, Sofia. Euridice è una donna che lotta per la propria libertà, che lotta per il diritto di scegliere il suo destino, che lotta per la sua dignità."

Sofia cercò di dare voce alla scelta di Euridice, al suo dolore, alla sua rabbia, alla sua impotenza. Si rese conto che la sua storia era una storia di resistenza, una storia di speranza, una storia di libertà.

"La scelta di Euridice è una scelta tragica, Matteo. È una scelta che la condanna al silenzio, alla solitudine, alla morte," disse Sofia. "Ma è anche una scelta di coraggio, una scelta di dignità, una scelta di libertà."

Matteo sorrise, soddisfatto. "Esattamente. La scelta di Euridice è una scelta che la rende un simbolo di speranza, una luce nel buio."

Sofia si sentì carica di nuova energia. La scelta di Euridice non era più un dilemma, ma un atto di coraggio, un atto di libertà, un atto di speranza.

Capitolo 6: Il Grido Sottaciuto

Il grido di Euridice era silenzioso, ma penetrante. Era un grido di dolore, di rabbia, di disperazione. Era un grido che non aveva voce, ma che risuonava nell'anima di Sofia.

"Sofia, devi dare voce al grido sottaciuto di Euridice," disse Matteo. "Devi far sentire la sua disperazione, la sua sofferenza, la sua voglia di essere finalmente libera."

Sofia cercò di immaginare il grido di Euridice, il grido di una donna che aveva perso tutto, il grido di una donna che si sentiva intrappolata in un amore impossibile, il grido di una donna che cercava la sua libertà.

"Euridice è una donna silenziosa, Matteo. Una donna che ha subito la violenza del mondo, che è stata privata della sua voce, della sua libertà," disse Sofia. "Il suo grido è un grido di resistenza, un grido di dolore, un grido di speranza."

Matteo annuì, comprendendo il suo pensiero. "Sì, Sofia. Il grido di Euridice è un grido che si leva dalla terra, un grido che risuona nell'anima di ogni donna."

Sofia cercò di dare voce al grido di Euridice, al suo dolore, alla sua rabbia, alla sua impotenza. Si rese conto che la sua storia era una storia di resistenza, una storia di speranza, una storia di libertà.

"Il grido di Euridice è un grido che non ha voce, ma che risuona in ogni angolo del mondo," disse Sofia. "È un grido che si leva dalla terra, un grido che risuona nell'anima di ogni donna."

Matteo sorrise, soddisfatto. "Esattamente. Il grido di Euridice è un grido che non può essere ignorato."

Sofia si sentì carica di nuova energia. Il grido di Euridice non era più un segreto, ma una forza, un'energia, una rivoluzione.

Capitolo 7: Il Ritratto di Un'Anima

Sofia si ritrovò davanti a uno specchio, a osservare il suo riflesso. Non era più solo Sofia, ma era anche Euridice. I suoi occhi erano ora pieni di dolore, di rabbia, di disperazione. Il suo corpo era stanco, piegato dal peso del dolore. La sua voce era silenziosa, ma la sua anima urlava.

"Sofia, devi imparare a usare il tuo corpo, il tuo sguardo, il tuo respiro per dare voce a Euridice," disse Matteo. "Devi imparare a raccontare la sua storia attraverso il linguaggio del corpo, attraverso il linguaggio dell'anima."

Sofia si lasciò guidare da Matteo. Si esercitò davanti allo specchio, cercando di esprimere il dolore di Euridice, la sua paura, la sua rabbia, il suo amore. Cercò di dare forma al suo silenzio, al suo grido, al suo dolore.

"Sofia, devi imparare a essere vulnerabile," la incoraggiò Matteo. "Devi imparare a mostrarti al pubblico nella tua fragilità, nella tua debolezza. Devi imparare a essere vera."

Sofia si sentì nuda, esposta, ma anche libera. Si rese conto che la vera forza non stava nel nascondersi, ma nel mostrarsi, nella propria vulnerabilità.

"Non è facile essere Euridice, Matteo," disse Sofia, con voce bassa. "È difficile vivere con il dolore, con la paura, con la solitudine."

Matteo le posò una mano sulla spalla, in segno di comprensione. "Sofia, non devi portare il peso del dolore di Euridice. Devi solo raccontarlo, devi solo dar voce alla sua storia. Devi solo essere vera."

Sofia respirò profondamente, cercando di trovare la forza per essere vera, per essere Euridice. Si sentì pronta a raccontare la sua storia, la storia di un'anima spezzata, la storia di un amore impossibile, la storia di una donna che cercava la sua libertà.

Capitolo 8: Il Riflesso di un'Eterna Primavera

L'immagine di Euridice nella mente di Sofia era un'eterna primavera, un giardino fiorito, un'oasi di pace in un mondo desolato. Era un'immagine che le offriva conforto, speranza, un'illusione di felicità.

"Sofia, devi imparare a dare voce alla speranza di Euridice," disse Matteo. "Devi far sentire il suo desiderio di vivere, il suo desiderio di amore, il suo desiderio di libertà."

Sofia cercò di immaginare la speranza di Euridice, la speranza di un futuro migliore, la speranza di un amore vero, la speranza di una vita finalmente libera. Si rese conto che la speranza di Euridice era un'illusione, un'oasi in un deserto, un'immagine che le offriva conforto, ma che non la liberava dal dolore.

"Euridice è una donna silenziosa, Matteo. Una donna che ha subito la violenza del mondo, che è stata privata della sua voce, della sua libertà," disse Sofia. "La sua speranza è un'illusione, un'oasi in un deserto, un'immagine che la consola, ma che non la libera dal dolore."

Matteo annuì, comprendendo il suo pensiero. "Sì, Sofia. La speranza di Euridice è una speranza fragile, una speranza che si spezza contro la realtà."

Sofia cercò di dare voce alla speranza di Euridice, al suo dolore, alla sua rabbia, alla sua impotenza. Si rese conto che la sua storia era una storia di resistenza, una storia di speranza, una storia di libertà.

"La speranza di Euridice è una speranza che si nutre di illusioni, di ricordi, di sogni," disse Sofia. "È una speranza che si spezza contro la realtà, ma che le permette di sopravvivere, di resistere."

Matteo sorrise, soddisfatto. "Esattamente. La speranza di Euridice è una speranza che non può essere spezzata."

Sofia si sentì carica di nuova energia. La speranza di Euridice non era più un'illusione, ma una forza, un'energia, una rivoluzione.

Capitolo 9: L'Abbraccio della Morte

L'abbraccio della morte era come un'ombra che si allungava su Sofia, un'ombra che le toglieva il respiro, un'ombra che le faceva perdere la speranza. Era l'ombra di un destino crudele, di un amore impossibile, di una vita spezzata.

"Sofia, devi imparare a dare voce alla morte di Euridice," disse Matteo. "Devi far sentire il suo dolore, la sua paura, la sua solitudine."

Sofia cercò di immaginare la morte di Euridice, la morte di una donna che aveva perso tutto, la morte di una donna che si sentiva intrappolata in un amore impossibile, la morte di una donna che cercava la sua libertà.

"Euridice è una donna silenziosa, Matteo. Una donna che ha subito la violenza del mondo, che è stata privata della sua voce, della sua libertà," disse Sofia. "La sua morte è una morte silenziosa, una morte che la libera dal dolore, dalla paura, dalla solitudine."

Matteo annuì, comprendendo il suo pensiero. "Sì, Sofia. La morte di Euridice è una morte che la libera dalla prigione della vita, dalla prigione del dolore, dalla prigione dell'amore impossibile."

Sofia cercò di dare voce alla morte di Euridice, al suo dolore, alla sua rabbia, alla sua impotenza. Si rese conto che la sua storia era una storia di resistenza, una storia di speranza, una storia di libertà.

"La morte di Euridice è una morte che la libera dal mondo, dal dolore, dalla solitudine," disse Sofia. "È una morte che la libera dal suo destino, dal suo amore impossibile, dal suo silenzio."

Matteo sorrise, soddisfatto. "Esattamente. La morte di Euridice è una morte che la libera dalla prigione della vita."

Sofia si sentì carica di nuova energia. La morte di Euridice non era più un'ombra, ma una liberazione, una forza, un'energia, una rivoluzione.

Capitolo 10: L'Ecosistema di Euridice

La vita di Euridice, così come Sofia l'aveva interpretata, era un ecosistema fragile, un equilibrio precario tra vita e morte, amore e solitudine, silenzio e libertà. Era un ecosistema che non poteva essere controllato, che non poteva essere prevedibile, che non poteva essere compreso.

"Sofia, hai dato voce a Euridice," disse Matteo, con un sorriso soddisfatto. "Hai raccontato la sua storia con coraggio, con sensibilità, con verità."

Sofia si sentì orgogliosa del suo lavoro, del suo impegno, del suo amore per il teatro. Si sentiva libera, finalmente libera, libera dal peso del dolore, dalla paura, dalla solitudine.

"È stata un'esperienza intensa, Matteo," disse Sofia, con voce bassa. "Ho imparato molto su me stessa, su Euridice, sull'amore, sulla vita, sulla morte, sulla libertà."

Matteo annuì, comprendendo il suo pensiero. "Sì, Sofia. Euridice ti ha insegnato a essere vera, a essere vulnerabile, a essere libera."

Sofia si sentiva grata, grata a Euridice per il suo insegnamento, grata a Matteo per la sua guida, grata al teatro per la sua libertà.

"Grazie, Matteo," disse Sofia, con un sorriso. "Grazie per avermi dato la possibilità di dare voce a Euridice."

Matteo le sorrise, pieno di orgoglio. "Grazie a te, Sofia, per aver dato voce all'ecosistema di Euridice."

Sofia uscì dalla sala prove, sentendosi finalmente libera, finalmente se stessa, finalmente Euridice.

STUDIO PER EURIDICE STREAM

CINEMA, TEATRO, SOCIAL MEDIA

PROGETTO DI GIORGIO VIALI

AUTORE IBRIDO

SABRINA

ARISTEA

EURIDICE STREAM

AUTORE IBRIDO: GIORGIO VIALI

La luce fioca del camerino, con il suo bagliore rosato, illuminava il viso di Sabrina. Era un'atmosfera intima, quasi sacrale, un santuario dove la performer si preparava a entrare in scena. Ma la sua scena, questa volta, non era un palcoscenico illuminato da riflettori, non era un teatro gremito di pubblico in delirio. Il suo palco era la telecamera, il suo pubblico il mondo online, un universo di sconosciuti che si lasciavano catturare dai suoi movimenti, dalle sue parole, dalle sue emozioni.

Il camerino, con la sua semplicità, con i suoi pochi mobili e la sua aria quasi di disordine ordinato, era il luogo dove Sabrina costruiva il suo personaggio. Un personaggio che, paradossalmente, era un’esplorazione del suo sé più profondo, un viaggio di scoperta che si svolgeva sotto gli occhi di chiunque fosse disposto a guardarlo.

Le dita di Sabrina, con i loro movimenti delicati e sensuali, sfioravano la seta rosa del body, come se fossero le stesse dita di un artista che toccano con cura la tela. La sua voce, morbida e rassicurante, accompagnava ogni gesto, ogni posa, come un’orchestra che compone la melodia del suo essere.

“Questo body, ragazze, è semplicemente divino! Mi valorizza il décolleté in un modo incredibile,” sussurrava Sabrina allo schermo. “È il capo perfetto per una serata speciale, un look sensuale ma elegante al tempo stesso. Pensate a un cocktail party, o a un appuntamento romantico...”

Ogni capo che indossava, ogni commento che pronunciava, ogni sbirciata allo specchio, era un tassello del mosaico che componeva la sua identità online. Un’identità che si nutriva di fragilità e di desideri, di sogni e di paure, di fragili certezze e di sfumature di autenticità.

Sabrina era consapevole che la sua performance, in un certo senso, era la rappresentazione di un’epoca. Un’epoca in cui le identità erano fluide, mutevoli, costruite a pezzi, come un puzzle di selfie e di post su Instagram. Un’epoca in cui il confine tra realtà e finzione si faceva sempre più labile, in cui la rappresentazione diventava la nuova realtà.

“Amo il modo in cui questo babydoll mi avvolge, come una nuvola,” sussurrava Sabrina, sfiorando con le dita il morbido tessuto. “È delicato, sensuale, un capo perfetto per una serata in casa, per coccolarsi e per sentirsi belle.”

Ogni parola che pronunciava era un’eco di quella cultura digitale che la circondava, fatta di influencer e di guru del benessere, di guru della moda e di esperti di vita. Un flusso continuo di informazioni e di messaggi che, in qualche modo, plasmano l’identità di chi li assorbe.

“Il rosa, ragazze, è un colore che mi fa sentire potente, femminile, libera,” concludeva Sabrina, ammirando il suo riflesso nello specchio. “È il colore della femminilità, dell’amore, della dolcezza. Ma è anche un colore che si può indossare con orgoglio, con sicurezza, con un pizzico di trasgressione.”

Mentre si vestiva, scegliendo un completo grigio dal taglio impeccabile, Sabrina pensava alla complessità del suo ruolo di performer online. Un ruolo che le permetteva di essere chi voleva essere, di esplorare la sua femminilità in tutte le sue sfumature, di dare voce alle sue emozioni, di connettersi con un pubblico eterogeneo. Ma era anche un ruolo che la costringeva a mostrarsi, a mettersi a nudo, a essere sempre sotto gli occhi di tutti, in una continua performance di sé.

Le sue sneakers cool, un dettaglio inaspettato che spezzava l’eleganza del suo completo grigio, erano un simbolo di quella voglia di libertà, di trasgressione, di mescolare stili e di creare un’identità personale, unica e originale. Un’identità che, in qualche modo, si ispirava alla filosofia del “less is more”, un approccio minimalista che celebra la semplicità e l’autenticità.

Sabrina, in quel camerino illuminato da una luce rosata, era un’artista che stava creando un capolavoro. Un capolavoro fatto di emozioni, di desideri, di fragilità, di autenticità. Un capolavoro che si lasciava osservare, commentare, giudicare. Un capolavoro che, forse, stava aprendo un nuovo capitolo della narrazione del sé nell’era digitale.

“Non so voi ragazze, ma io sono pronta a dare inizio al mio show. Vi aspetto online,” sussurrava Sabrina allo specchio, con un sorriso smagliante. E mentre il suo sguardo si perdeva nella luce rosata del camerino, la sua voce si confondeva con il rumore del mondo, con la cacofonia di voci che risuonavano nella rete. Un mondo in cui la performance diventava la nuova normalità, in cui l’identità era un’opera in continua evoluzione, un flusso continuo di pensieri, emozioni, parole, immagini, un flusso che, come il fiume, non si ferma mai.

Mentre Sabrina si avviava verso il suo palcoscenico digitale, la sua silhouette si staglia contro la luce fioca del camerino, come una ballerina che si prepara a compiere il suo balletto. Un balletto che, forse, stava svelando le nuove regole del gioco, le nuove forme di bellezza, le nuove sfumature dell’autenticità. Un balletto che, in qualche modo, stava scrivendo un nuovo capitolo della storia del mondo.

ARISTEA

EURIDICE STREAM

AUTORE IBRIDO: GIORGIO VIALI

MEDIAMETROPOLI

GIORGIO VIALI

MEDIAMETROPOLI


Sceneggiatura - MediaMetroPoli

Titolo: Mediametropoli

GENERE: Fantascienza, Drammatico

SCENA 1: INTRODUZIONE A MEDIA METROPOLI

Ambiente: Un’ampia vista aerea di MediaMetroPoli, una metropoli futuristica con torri di vetro e neon, strade affollate da droni e robot autonomi che si occupano della produzione e distribuzione. La luminosità dei social media e delle immagini digitali si riflette sul volto grigio degli edifici.

Dettagli di ripresa: Inquadratura panoramica che si restringe gradualmente su un grande schermo pubblicitario che trasmette immagini brillanti e sfavillanti di vite perfette.

Costumi: I robot indossano uniformi metalliche da lavoro, mentre le persone che si vedono sullo schermo indossano abiti eleganti e futuristici, simboli di uno status che raramente si realizza nella vita reale.

SCENA 2: LA VITA DELLA MEDIA PROLETARIA

Ambiente: Interno dell’appartamento della protagonista, una piccola stanza in stile minimalista, piena di tecnologia: un computer potente, pareti decorate con schermi LED che mostrano feed dei social media.

Azioni della protagonista: La protagonista, Lena, è seduta al suo computer, i capelli disordinati e il viso pallido. Indossa un pigiama comodo ma trasandato. Sta preparando un live streaming, regola i filtri e controlla le telecamere. Si guarda allo specchio, prova a sorridere, poi si ferma.

Dettagli di ripresa: Close-up sul viso di Lena mentre si prepara, la sua espressione è una miscela di determinazione e vulnerabilità. La camera la circonda, enfatizzando la sua solitudine nell'appartamento claustrofobico.

SCENA 3: LIVE STREAMING

Ambiente: Stanza illuminata solo dalla luce blu dei monitor. La parete dietro di lei è decorata con post-it di obiettivi e messaggi motivazionali.

Azioni della protagonista: Lena inizia il live streaming. Saluta i follower con un entusiasmo forzato. Si sforza di mantenere l'energia mentre interagisce con i commenti, anche se il suo cuore è pesante. Durante il live si vede chiaramente la stanchezza nei suoi occhi.

Dettagli di ripresa: Riprese su più piani: inquadrature sul monitor con il count dei follower, la chat che scorre, e il volto di Lena sullo schermo, emotivamente distaccata.

SCENA 4: L’APPELLO DELLA MEDIA PROLETARIA

Ambiente: Scena pubblica virtuale tramite streaming. Lena decide di interrompere il programma e confrontarsi con il suo pubblico.

Azioni della protagonista: Si alza in piedi, prende un respiro profondo e parla direttamente alla telecamera. Le sue parole diventano sempre più intense mentre esprime la frustrazione di vivere in isolamento e il desiderio di connettersi con altri MediaProletari. Estrae un messaggio preliminare di lotta e speranza.

Dettagli di ripresa: Inquadratura a 360 gradi che mostra una modalità di interazione in cui i follower iniziano a commentare e reagire. I colori cambiano da freddi a caldi, suggerendo la transizione emotiva.

SCENA 5: RIVOLTA VIRTUALE

Ambiente: Lo spazio sociale virtuale di incontro dove varie personalità dei MediaProletari si riuniscono per ascoltarla. Appaiono sullo schermo come ologrammi.

Azioni della protagonista: Lena incita gli altri MediaProletari a unirsi e a condividere le loro esperienze. Comincia a raccogliere testimonianze video per una campagna di protesta contro la stagnazione sociale. Le sue parole "Siamo più forti insieme!" risuonano nel silenzio virtuale.

Dettagli di ripresa: Sfumature di blu e verde che evocano sia la tristezza che la speranza. Le riprese alternano close-up delle facce degli ascoltatori, rivelando emozioni di approvazione, ma anche di paura.

SCENA 6: IL DURO RISVEGLIO

Ambiente: Lena è di nuovo nel suo appartamento, in seguito alla sua prima manifestazione virtuale, il suo schermo è bloccato con messaggi di avviso e divisioni.

Azioni della protagonista: La protagonista perde il controllo e inizia a distruggere oggetti nel suo appartamento, esprimendo la sua frustrazione. Poi si ferma, piange e realizza che la sua battaglia è solo all'inizio.

Dettagli di ripresa: La camera si muove con titubanza, passando da inquadrature larghe a dettagli eccezionali sugli oggetti distrutti, simbolo della sua crisi. La luce diminuisce mentre la scena culmina in un silenzio inquieto.

SCENA 7: UNIONE IN LOTTA

Ambiente: Uno spazio vuoto di coworking virtuale. Lena e altri MediaProletari si sono riuniti in video, decidendo di lavorare insieme per un progetto comune.

Azioni della protagonista: I membri parlano, dibattono, condividono idee su come utilizzare i social media per sensibilizzare e denunciare la loro situazione. Lena, ora con una nuova determinazione, funge da leader.

Dettagli di ripresa: Utilizzo di split screen per mostrare la varietà di avatar e schermi, rappresentati in contro-inquadrature. Ogni MediaProletario ha un aspetto diverso, simboleggiando la diversità delle esperienze.

SCENA 8: IL POTERE DELLA COMUNICAZIONE

Ambiente: Un nuovo studio virtuale creato da Lena e i suoi alleati, che ospitano una grande trasmissione.

Azioni della protagonista: Lena, ben vestita e visibilmente più sicura, presenta un programma che mostra le storie di altri MediaProletari, creando consapevolezza e solidarietà. Mostra video e articoli che sono stati creati insieme.

Dettagli di ripresa: Inquadrature dinamiche, movimenti di macchina fluidi, alternati a cut rapidi delle reazioni nel pubblico. La scena culmina in un pianosequenza dove Lena guarda direttamente in camera con speranza.

SCENA FINALE: LA SPERANZA DI UN FUTURO MIGLIORE

Ambiente: Una piazza virtuale con un grande schermo luminoso che trasmette il lavoro comune dei MediaProletari, mostrando messaggi di unità e cambiamento.

Azioni della protagonista: Lena, ora una figura centrale, lancia una sfida aperta agli Influencer e ai dirigenti della società. La scena si riempie di colori vibranti mentre la gente si unisce attorno a lei, anche se virtualmente.

Dettagli di ripresa: Ripresa con lenti grandangolari per enfatizzare il senso di comunità e unione. La musica di sottofondo cresce e il film termina con il graffiato di un sorriso luminoso di speranza sul volto di Lena.


GIORGIO VIALI

MEDIAMETROPOLI

GIORGIO VIALI

GIORGIO VIALI

Giorgio Viali è un regista e sceneggiatore italiano noto per il suo approccio sperimentale e la sua capacità di sfidare le convenzioni narrative nei suoi film. La sua filmografia esplora tematiche come la solitudine, l'identità e il rapporto tra corpo e immagine, spesso attraverso l'uso di linguaggi visivi innovativi.

Alcune delle sue opere più rilevanti sono "Sancta Imago", che affronta il tema della "Religione delle Immagini", "Canto di una Single", che esplora la solitudine e la connessione umana, e "Basic Film", che indaga il concetto dello sguardo e della vulnerabilità.

Negli ultimi anni, l'attenzione di Viali si è spostata sui contesti attuali dei social media e dell'intelligenza artificiale, come dimostrano i suoi due nuovi progetti in corso:

"Euridice Stream" - Un film ambientato in un mondo distopico dominato dai social media, in cui una giovane donna si destreggia tra la sua vita privata e la sua immagine pubblica online.

"MediaMetropoli" - Un sequel, reboot o remake del classico film "Metropolis" di Fritz Lang, che esplora una società futuristica incentrata sulla produzione di immagini e video, divisa tra una classe privilegiata di "Influencer" e i "MediaProletari" confinati nell'isolamento.

Questi nuovi progetti dimostrano come l'opera di Giorgio Viali si stia evolvendo per affrontare le sfide e le dinamiche della società contemporanea, mantenendo il suo stile visivo distintivo e la sua capacità di suscitare riflessioni profonde sulle nostre relazioni con le immagini e la tecnologia.

GIORGIO VIALI

CLINICA ESTETICA

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GIORGIO VIALI - AUTORE, SCENEGGIATORE, FOTOGRAFO, FILMMAKER - SCENEGGIATURA, DRAMMATURGIA, DRAMMATURGO - TESTI IBRIDI, IBRIDAZIONI, INTELLIGENZA ARTIFICIALE - CINEMA, TEATRO, SOCIAL MEDIA - STREAMER, PERFORMANCE, PERFORMER.

La clinica estetica Elysium è qui per offrirti un servizio esclusivo: la rimozione dei capezzoli. Pensato per le donne che desiderano pubblicare i loro seni in libertà e senza vincoli.

La nostra equipe di esperti è dedicata a garantirti risultati impeccabili e una esperienza sicura, rispettando sempre il tuo desiderio di estetica e individualità. Siamo qui per aiutarti a valorizzare la tua unicità e a celebrare il tuo corpo in ogni forma.

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Ambientazione:

In un futuro non troppo lontano, il mondo è governato da una potente corporation chiamata "Elysium", che ha imposto nuovi standard di bellezza attraverso l'uso dei social media. In questa società altamente connessa e superficiale, la crescita dei “contenuti” è diventata la chiave del successo. Elysium ha lanciato una nuova pratica della chirurgia estetica: la rimozione dei capezzoli dalle donne. L'argomentazione è che questo intervento libererà le donne dai “confini” del corpo femminile e permetterà una maggiore libertà nella creazione di contenuti per le piattaforme social.

Trama:

La storia segue Lena, una giovane influencer che, dopo aver assistito al successo travolgente di alcune delle sue amiche che hanno già subito l'intervento, inizia a sentire la pressione di conformarsi a questi nuovi ideali. Lena è talentuosa, carismatica e ha una grande passione per l'arte, ma vede la sua carriera stagnare mentre le sue colleghe guadagnano follower e sponsorizzazioni grazie a quei corpi "liberi da limiti". Per Lena, la rimozione dei capezzoli sembra l’unica via per il successo.

Mentre si avvicina al giorno dell'intervento, Lena inizia a ricevere messaggi ambivalenti dalle donne che ha incontrato online. Alcune sono entusiastiche e lodano la loro scelta, mentre altre, come Maya, una ex influencer che ha scelto di rinunciare a tutto, avvertono dei rischi emotivi e fisici associati alla procedura. Maya racconta le sue esperienze traumatiche e il suo conflitto interiore. Lena è combattuta e, nonostante continui a prepararsi per l'intervento, inizia a sentire il peso delle sue decisioni.

Conflitto:

Il giorno dell'operazione, mentre giace sul tavolo chirurgico, Lena ha un’illuminazione. Si rende conto che la rimozione dei capezzoli non sarà solo una modifica estetica, ma anche una mutilazione della sua identità. In quel momento di chiarezza, decide di scappare dall’ospedale, abbandonando l’idea di conformarsi a un ideale di bellezza imposto. Ma la corporation Elysium non è così disposta a lasciarla andare; la loro influenza si estende in ogni angolo della vita di Lena, e la sua fuga diventa una lotta per la libertà personale.

Riscoperta di Sé:

Dopo la fuga, Lena si unisce a un gruppo di attivisti chiamati "Corpi Libera", composto da donne che si oppongono alla chirurgia estetica forzata. Insieme, iniziano a promuovere una nuova campagna sui social media per la bellezza naturale e l’autenticità. Ogni post e ogni video diventano manifesti di incoraggiamento per donne che, come lei, si sentono intrappolate in uno standard di bellezza irraggiungibile.

Con il tempo, Lena scopre il valore della comunità e si riconcilia con il suo corpo, imparando a esprimere la propria bellezza unica attraverso l'arte e la creatività, piuttosto che attraverso i filtri social dei contenuti superficiali.

Conclusione:

La serie di eventi culmina in un grande sciopero di massa organizzato dalle donne di “Corpi Libera”, in cui molte rivelano le loro cicatrici, non solo fisiche ma anche emotive. Questo sciopero attira l'attenzione globale e costringe il governo a rivalutare le pratiche della corporation Elysium. Lena emerge come una leader, ispirando altre donne a liberarsi dai limiti imposti e a riconquistare il controllo della propria immagine e della propria identità.

Con un'ultima inquadratura che mostra il volto di Lena che sorride, inizia a dipingere un murale che celebra la diversità del corpo femminile, mentre il suo messaggio di libertà e autenticità si diffonde oltre i confini dei social media, segnando l'inizio di una nuova era per le donne e il loro corpo.

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GIORGIO VIALI

AUTORE, FOTOGRAFO, FILMMAKER

INDIPENDENTE PRECARIO - VICENZA

CONTATTI: GIORGIOVIALI@GMAIL.COM

INSTAGRAM: GIORGIOVIALI

CORPO TOSSICO

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CORPO TOSSICO

Ciò a cui aspiro è convincervi che voi siete come me. Tentati dalla stessa deriva chimica. La portate dentro: vi credete bio-donne ma prendete la pillola, bio-uomini ma prendete Viagra, siete normali e prendete Prozac o Seroxat nella speranza che qualcosa vi liberi dal tedio della vita; vi fate di cortisone, di coca, di Ritalin, di codeina… Voi, anche voi, siete il mostro che il testosterone risveglia in me.

Testo tossico di Paul B. Preciado

Il Regime FarmacoPornografico (Farmaco Pornografico) instaurato nel corso del ventesimo secolo, con processi di gestione biomolecolare (farmaco) e semiotico-tecnologica (pornografico) di produzione della soggettività sessuale.

Gli ormoni sintetici, a partire dalla loro scoperta negli anni Cinquanta, hanno cambiato nella sostanza la formulazione e la costruzione delle identità e l’industria farmaceutica e quella pornografica fanno affari creando desiderio.

Testo tossico. Sesso, droghe e biopolitiche nell’era farmacopornografica (Fandango, 2015)

Il merito di Preciado, che deve molto anche allo stesso carattere personale dell’autosperimentazione, del filosofo che materializza la riflessione teorica sul proprio corpo, è quello di portare il lettore se non a una resistenza al regime farmacopornografico, a un’autoanalisi, nel momento in cui prende la pillola anticoncezionale, il Viagra, o il Prozac, o quando usufruisce di un contenuto pornografico. Come si propone l’autore, anche noi siamo coinvolti e tentati dalla stessa deriva chimica.

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GIORGIO VIALI

CONTATTI: giorgioviali@gmail.com

EURIDICE STREAM

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RECENSIONE DI "EURIDICE STREAM" (2024)

Recensione di "Euridice Stream" di Giorgio Viali (2024)

"Euridice Stream", l'ultima opera del regista indipendente Giorgio Viali, si presenta come un audace esperimento cinematografico, una sfida che riunisce elementi di noir, eroticismo e una critica sociale affilata. Questo film sperimentale offre uno spaccato inquietante e ipnotico della vita contemporanea, avvolto in una narrazione che sembra oscillare tra il reale e l’onirico.

Al centro della pellicola c’è Euridice, interpretata da un'attrice la cui presenza scenica è tanto magnetica quanto enigmatica. Possedendo il film con la potenza di una diva d’altri tempi, questa protagonista riesce a incarnare l’essenza di una figura tragica e affascinante. Non è tecnicamente una grande attrice, ma di certo è una star che si muove con grazia e vulnerabilità. La sua performance è un mix di carnalità, sofferenza e splendore, e rende il personaggio di Euridice al contempo imperioso e fragile, dando vita a una parabola erotico-compulsiva che vibra con intensità.

Il film si svolge durante la preproduzione di un progetto cinematografico che sembra destinato a rimanere incompleto, e attraverso questa struttura metacinematografica Giorgio Viali riesce a riflettere sull’assurdità e sull’inadeguatezza dell'industria audiovisiva, nonché sulle anime dannate che vi vivono. Gli altri personaggi, figure evanescenti, appaiono come apparizioni inquietanti, corpi neutri che vagano in uno spazio e in un tempo indefinito. In questo contesto, gli amplessi e le interazioni tra i personaggi si riducono a mere performance, simulacri di una realtà post-umana, come se le emozioni e i legami fossero evaporati in una nube di superficialità.

La narrazione è costruita su sequenze brevi, frammentate, che richiamano l’attenzione dello spettatore su dettagli significativi, capaci di evocare un senso di spaesamento e malinconia. Il viaggio di Euridice, simboleggiato dalla sua attesa alla fermata dell’autobus, segna un ingresso in un mondo che riflette il caos e la confusione dei legami nell'era digitale, dove i video e le chat diventano strumenti di connessione e disconnessione.

Giorgio Viali riesce a mantenere un tono di sospensione e ansia per tutta la durata del film, creando una tensione palpabile. La scrittura si fa poesia visiva, mescolando il reale con l’astratto, in una danza di colori, suoni e emozioni. La scenografia, ricca di simbolismo, si fa testimone di un'esperienza in continua evoluzione, mentre il montaggio spezzato ricorda il ritmo frenetico dei nostri tempi, dove tutto sembra trascorrere in un lampo.

Euridice Stream è un'opera che non intende fornire risposte, ma piuttosto porre domande. È un invito a riflettere sull’amore, la possessione, la fama e l'inadeguatezza umana. In definitiva, Giorgio Viali riesce a dar vita a un viaggio interiore che, nonostante le sue difficoltà, si rivela affascinante e stimolante. Un film audace, capace di suscitare emozioni intense e riflessioni profonde, chiaro risultato di una produzione indipendente che merita senza dubbio di essere vista e discussa.

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PRE-RECENSIONE

QUESTA E' UNA RECENSIONE SCRITTA PRIMA DELLA PRODUZIONE DEL FILM.

Scrivere una recensione di un film ancor prima di realizzarlo si presenta come un atto profondamente visionario, capace di sfidare le convenzioni tradizionali della critica cinematografica. In un contesto in cui la produzione di un film è legata a dinamiche commerciali e a questioni di budget, l'idea di recensire un'opera solo immaginata apre a una riflessione sul significato stesso del cinema e della narrazione.

Secondo Luca Guadagnino, un film (anche se non girato) è un Film e porta con sé un valore intrinseco. Un'opera è già tale nel momento in cui viene concepita, affondando le radici nei sogni, nelle aspirazioni e nelle visioni artistiche di chi la immagina, nel contesto sociale e politico in cui respira ed espira. In questo senso, l’atto di scrivere una recensione prematura diventa un modo per dare vita a un'opera nella mente degli spettatori, stimolando la loro immaginazione e coinvolgendoli emotivamente in un progetto che, di fatto, non esiste ancora.

L'uso di recensioni per film non realizzati permette di dilatare la fase esitenziale del film e delle riflessione dell'Autore stesso. La recensione diventa un atto di appropriazione creativa, una dilatazione di un testo che può evolvere nel tempo, riflettendo le trasformazioni dei desideri e delle aspettative culturali. In questo senso, si tratta di una "sovversione di senso" che porta alla luce le contraddizioni dell'industria cinematografica, dove l'arte è inevitabilmente intrinsecamente legata al commercio.

Questo approccio alla recensione sfida le forme tradizionali di critica: in un'epoca dove la narrazione è sempre più al centro dell’esperienza umana, scrivere di un film mai fatto diventa un atto di creatività e resistenza. È un invito a non limitarsi alle opere realizzate, ma ad esplorare e celebrare le infinite potenzialità del racconto, permettendo a idee e immagini di vivere e trasformarsi anche al di fuori della celluloide. In questo modo, il confine tra creazione e critica si dissolve, aprendo la strada a un dialogo vibrante e multidimensionale sul significato stesso del fare cinema.

Una recensione scritta prima della realizzazione del film può essere definita come "anticipazione" o "preview". In alcuni contesti, potrebbe anche essere considerata una "critica pre-release" o "recensione pre-lancio". Questi termini indicano che si tratta di un'analisi o di un'opinione basata su materiali promozionali, trailer, sceneggiature o altre informazioni disponibili prima dell'uscita ufficiale del film.

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