FOTOGRAFIA

Per CORPO SOCIALE i Fratelli Calgaro hanno ritratto fotograficamente alcuni dei partner, dei clienti e dei dipendenti del gruppo Alpenite, convenuti ad una festa, in due sessioni di shooting. Il progetto nasce dall’idea di sintetizzare nella forma anatomica del corpo umano femminile e maschile l’idea della complessità di un’organizzazione articolata qual è un’azienda, che, secondo la definizione dell’Enciclopedia Treccani, è «un sistema di forze economiche che sviluppa nell’ambiente con cui interagisce processi di produzione e/o di consumo, a favore dei soggetti economici che vi cooperano». Ciascuna persona convenuta è stata invitata a farsi ritrarre di fronte l’obbiettivo, su un fondale di carta bianca, spogliandosi o mostrando una parte del proprio corpo. Le reazioni sono state molto differenti, a seconda del grado di confidenza con il proprio corpo e di esibizionismo di ciascun partecipante: alcuni hanno preso parte scoprendo il tronco, le gambe o rimanendo in mutande, altri invece si sono sentiti liberi di esporsi in completa nudità, appena velati da una pianta di ficus elastica variegata sorretta con le mani di fronte al pube, con una modalità che reinterpreta in chiave postmoderna, ed una sottile ironia, la classica iconografia di Adamo ed Eva.

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Il concetto di CORPO SOCIALE esplora le interconnessioni tra gli individui nelle comunità, analizzando le relazioni e le strutture che formano il tessuto sociale. Attraverso un laboratorio di studio, si indagano le dinamiche relazionali, le identità collettive e le interazioni visive, evidenziando come i legami sociali determinino diritti, doveri e responsabilità, mediati da istituzioni e valori culturali. Inoltre, si considera l'impatto delle norme di bellezza e delle aspettative sociali sulla percezione del corpo, sia in contesti reali che online, evidenziando l'importanza del corpo come veicolo di espressione. In sintesi, il progetto Corpo Sociale mira a esaminare le relazioni tra individuo e collettività, affrontando le sfide contemporanee legate al corpo umano nel contesto sociale.

CORPO SOCIALE

LABORATORIO DI INTERAZIONI VISIVE ED ESPRESSIVE

DA UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

Il concetto di CORPO SOCIALE racchiude in sé una varietà di significati e sfaccettature, emergendo come un laboratorio di studio e riflessione su come gli individui siano interconnessi all'interno di comunità. Il laboratorio indaga le relazioni, le interazioni e le strutture che formano il tessuto sociale, esplorando le modalità attraverso cui si realizzano le dinamiche relazionali e le identità collettive e agendo attivamente con interazioni visive ed espressive.

Il CORPO SOCIALE si manifesta attraverso un insieme di relazioni che collegano le persone, stabilendo diritti e doveri, ma anche aspettative e responsabilità. Queste relazioni sono mediate da istituzioni, norme e valori culturali, che giocano un ruolo cruciale nel forgiarsi delle identità individuali e collettive. L'interazione tra i membri di una comunità influenza non solo le loro azioni, ma anche le loro percezioni e posizioni all'interno della società. Il laboratorio Corpo Sociale si propone quindi di esaminare come questi legami si sviluppano e quali effetti produce sul benessere degli individui e sulla coesione sociale.

Il termine CORPO chiama in causa anche la dimensione fisica dell'individuo (il suo CORPO), ed il modo in cui la società influisce sulla percezione personale del CORPO stesso. Nella cultura contemporanea, il corpo è al centro dell'attenzione, non solo come entità biologica, ma come veicolo di espressione e identità. L'aspetto sociale del corpo si riferisce a come gli individui siano influenzati da norme di bellezza, ideali di comportamento e aspettative sociali. E a come il CORPO esposto nei SOCIAL MEDIA e ONLINE sia o possa essere un CORPO SOCIALE.

In sintesi, Corpo Sociale si propone come LABORATORI che esplora i legami intrinseci tra l'individuo e la collettività, focalizzandosi sulle sfide contemporanee che il corpo umano incontra nel contesto sociale.

CORPO SOCIALE

DA UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

INTERAZIONI, INCURSIONI, CONTENUTI, CORPI, VISI, SGUARDI - TEATRO, CINEMA, PERFORMANCE - TESTI - GIORGIO VIALI - VICENZA

CORPO SOCIALE - TESTI - GIORGIO VIALI

SPERANZA

SPERANZA

GIORGIO VIALI

IBRIDAZIONI

Aristea e il peso della solitudine

Nel cuore pulsante di una città vibrante e disillusa, dove le luci dei lampioni si confondono con il neon dei locali notturni, viveva una giovane donna di nome Aristea. Non era una giovane come le altre, anzi, era l'incarnazione di quel disagio sociale che la società moderna, avvolta nel suo manto di superficialità, tanto frequentemente ignorava.

Aristea, dai capelli tinti di sfumature impossibili e dagli abiti che sfidavano le convenzioni, si ergeva come un faro di ribellione in un mondo che le pareva insensato. La sua vita quotidiana si snodava tra le pareti di una modesta stanza, un rifugio dall'ostilità del mondo esterno e, paradossalmente, un palcoscenico sul quale recitare la sua personale tragedia. Qui, operava come sex performer online, un’arte che, per quanto si possa dire, non era frutto di un piacere autentico, ma piuttosto di una necessità di connessione, di approvazione e, in ultima istanza, di sopravvivenza.

Ogni sera, quando il buio avvolgeva la città, Aristea accendeva il suo computer, e il mondo virtuale si apriva davanti a lei come un sipario che la sceglieva per il suo dramma. Sullo schermo, esponeva un'immagine di libertà, un essere seducente e audace, mentre dentro di lei si agitava un tumulto di insicurezze e vulnerabilità. Era come se, per ogni visita, per ogni messaggio, dovesse indossare una maschera sempre più pesante, per nascondere un'anima che desiderava solo affetto e comprensione.

“È chiaro,” pensava Aristea, “che costantemente si consuma in questo gioco, in questo strano balletto di corpi e desideri, mentre l’umanità che mi circonda rimane disinteressata, ignara della profondità del mio abisso.” I suoi clienti, ora uomini ora donne, proiettavano su di lei le proprie fantasie, cercando un rifugio nelle sue performance, eppure nessuno sembrava notare l’eco della sua solitudine, nessuno sembrava sapere che, sotto l’apparente spavalderia, si celava un cuore ferito e inquieto.

La notte avanzava e il silenzio della stanza era interrotto soltanto dal suono dei tasti, dall'eco delle richieste sempre più audaci che le giungevano dai suoi spettatori. Aristea rispondeva, rideva e danzava, ma in fondo, ad ogni battito, sentiva il peso di una maschera che le stringeva il petto, togliendole il respiro. Le ore scivolavano via come sabbia in un’ampolla, e con esse il tempo della vita reale le sfuggiva, lasciandola solo con le sfumature di un’esistenza fratturata.

A volte, nei momenti di intimità virtuale, sentiva un vago barlume di connessione, una scintilla di umanità che illuminava brevemente il buio della sua notte; ma sempre quel calore si affievoliva, lasciando solo il freddo della disillusione. E così, ogni mattina, mentre il sole sorgeva, Aristea si trovava a guardare il suo volto riflesso nello specchio, osservando il pallore delle sue guance e la stanchezza dei suoi occhi. L'espressione che vi scorgeva era quella di una giovane che ha perso la strada, intrappolata in un labirinto di illusioni e promesse disattese.

Quale sorte attendeva questa creatura tanto complessa, così stupenda eppure tanto soli? La vita le aveva donato una serie di opportunità di brillare, ma il prezzo da pagare per quel bagliore era la nascita di un'ombra profonda, un'oscurità che sembrava inghiottire tutto.

Eppure, in un angolo recondito del suo essere, Aristea custodiva una piccola speranza, un desiderio di trovare, un giorno, qualcuno che potesse vederla non come un oggetto del desiderio, bensì come un’anima vibrante di emozioni, un essere vivente alla ricerca di senso in una realtà che spesso sembrava priva di significato.

Ma mentre la frenesia della vita moderna continuava a scorrere, Aristea si aggrappava a quell’ardente speranza, come una candela tremolante nella tempesta. La solitudine, quella compagna infida, continuava a circondarla, ma nonostante tutto, il suo spirito, originale e indomito, non avrebbe mai ceduto. La sua storia, cruda e spietata, era solo all'inizio.

GIORGIO VIALI

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Nell'era dell'intelligenza artificiale, la capacità di elaborare PROMPT efficaci è diventata una competenza. I prompt agiscono come delle chiavi che aprono la porta a un vasto universo di risposte, generando contenuti e soluzioni su misura. Ciò che conta, in questo contesto, non è tanto il risultato testuale finale quanto la qualità e la precisione delle istruzioni fornite. Un buon prompt è in grado di guidare l'IA verso risposte più pertinenti e utili, trasformando la comunicazione in un dialogo costruttivo e orientato agli obiettivi. Questo shift di focus ci invita a riflettere sull'importanza del processo creativo e strategico, piuttosto che sul prodotto finale, enfatizzando l'interazione uomo-macchina come una nuova forma di collaborazione creativa.