SABRINA

ARISTEA

EURIDICE STREAM

AUTORE IBRIDO: GIORGIO VIALI

La luce fioca del camerino, con il suo bagliore rosato, illuminava il viso di Sabrina. Era un'atmosfera intima, quasi sacrale, un santuario dove la performer si preparava a entrare in scena. Ma la sua scena, questa volta, non era un palcoscenico illuminato da riflettori, non era un teatro gremito di pubblico in delirio. Il suo palco era la telecamera, il suo pubblico il mondo online, un universo di sconosciuti che si lasciavano catturare dai suoi movimenti, dalle sue parole, dalle sue emozioni.

Il camerino, con la sua semplicità, con i suoi pochi mobili e la sua aria quasi di disordine ordinato, era il luogo dove Sabrina costruiva il suo personaggio. Un personaggio che, paradossalmente, era un’esplorazione del suo sé più profondo, un viaggio di scoperta che si svolgeva sotto gli occhi di chiunque fosse disposto a guardarlo.

Le dita di Sabrina, con i loro movimenti delicati e sensuali, sfioravano la seta rosa del body, come se fossero le stesse dita di un artista che toccano con cura la tela. La sua voce, morbida e rassicurante, accompagnava ogni gesto, ogni posa, come un’orchestra che compone la melodia del suo essere.

“Questo body, ragazze, è semplicemente divino! Mi valorizza il décolleté in un modo incredibile,” sussurrava Sabrina allo schermo. “È il capo perfetto per una serata speciale, un look sensuale ma elegante al tempo stesso. Pensate a un cocktail party, o a un appuntamento romantico...”

Ogni capo che indossava, ogni commento che pronunciava, ogni sbirciata allo specchio, era un tassello del mosaico che componeva la sua identità online. Un’identità che si nutriva di fragilità e di desideri, di sogni e di paure, di fragili certezze e di sfumature di autenticità.

Sabrina era consapevole che la sua performance, in un certo senso, era la rappresentazione di un’epoca. Un’epoca in cui le identità erano fluide, mutevoli, costruite a pezzi, come un puzzle di selfie e di post su Instagram. Un’epoca in cui il confine tra realtà e finzione si faceva sempre più labile, in cui la rappresentazione diventava la nuova realtà.

“Amo il modo in cui questo babydoll mi avvolge, come una nuvola,” sussurrava Sabrina, sfiorando con le dita il morbido tessuto. “È delicato, sensuale, un capo perfetto per una serata in casa, per coccolarsi e per sentirsi belle.”

Ogni parola che pronunciava era un’eco di quella cultura digitale che la circondava, fatta di influencer e di guru del benessere, di guru della moda e di esperti di vita. Un flusso continuo di informazioni e di messaggi che, in qualche modo, plasmano l’identità di chi li assorbe.

“Il rosa, ragazze, è un colore che mi fa sentire potente, femminile, libera,” concludeva Sabrina, ammirando il suo riflesso nello specchio. “È il colore della femminilità, dell’amore, della dolcezza. Ma è anche un colore che si può indossare con orgoglio, con sicurezza, con un pizzico di trasgressione.”

Mentre si vestiva, scegliendo un completo grigio dal taglio impeccabile, Sabrina pensava alla complessità del suo ruolo di performer online. Un ruolo che le permetteva di essere chi voleva essere, di esplorare la sua femminilità in tutte le sue sfumature, di dare voce alle sue emozioni, di connettersi con un pubblico eterogeneo. Ma era anche un ruolo che la costringeva a mostrarsi, a mettersi a nudo, a essere sempre sotto gli occhi di tutti, in una continua performance di sé.

Le sue sneakers cool, un dettaglio inaspettato che spezzava l’eleganza del suo completo grigio, erano un simbolo di quella voglia di libertà, di trasgressione, di mescolare stili e di creare un’identità personale, unica e originale. Un’identità che, in qualche modo, si ispirava alla filosofia del “less is more”, un approccio minimalista che celebra la semplicità e l’autenticità.

Sabrina, in quel camerino illuminato da una luce rosata, era un’artista che stava creando un capolavoro. Un capolavoro fatto di emozioni, di desideri, di fragilità, di autenticità. Un capolavoro che si lasciava osservare, commentare, giudicare. Un capolavoro che, forse, stava aprendo un nuovo capitolo della narrazione del sé nell’era digitale.

“Non so voi ragazze, ma io sono pronta a dare inizio al mio show. Vi aspetto online,” sussurrava Sabrina allo specchio, con un sorriso smagliante. E mentre il suo sguardo si perdeva nella luce rosata del camerino, la sua voce si confondeva con il rumore del mondo, con la cacofonia di voci che risuonavano nella rete. Un mondo in cui la performance diventava la nuova normalità, in cui l’identità era un’opera in continua evoluzione, un flusso continuo di pensieri, emozioni, parole, immagini, un flusso che, come il fiume, non si ferma mai.

Mentre Sabrina si avviava verso il suo palcoscenico digitale, la sua silhouette si staglia contro la luce fioca del camerino, come una ballerina che si prepara a compiere il suo balletto. Un balletto che, forse, stava svelando le nuove regole del gioco, le nuove forme di bellezza, le nuove sfumature dell’autenticità. Un balletto che, in qualche modo, stava scrivendo un nuovo capitolo della storia del mondo.

ARISTEA

EURIDICE STREAM

AUTORE IBRIDO: GIORGIO VIALI

MEDIAMETROPOLI

GIORGIO VIALI

BOZZA MEDIAMETROPOLI

Titolo del Progetto: "MediaMetroPoli"

Scena 1: Inizio del Giorno

Scenografia: La scena si apre all'interno di una piccola stanza minimalista, realizzata in stile futuristico con pareti grigie e una grande finestra virtuale che mostra un paesaggio urbano altamente tecnologico, popolato da mega schermi pubblicitari e droni che sorvolano la città. La stanza è dotata di una scrivania con attrezzature per la registrazione video, un computer potente e una pianta artificiale.

Costumi: La protagonista, LILA, indossa una t-shirt con il logo di un famoso social media, abbinata a leggings neri e scarpe da ginnastica. Il suo aspetto è disordinato: capelli raccolti e occhiaie evidenti, segno di una vita stressante. Indossa anche un braccialetto tecnologico che monitora le sue interazioni online.

Ripresa: La telecamera inizia con un'inquadratura fissa da un angolo della stanza, che inquadra LILA mentre si sveglia, guardando il suo schermo pieno di notizie e notifiche in arrivo. La lente si avvicina lentamente al volto di LILA mentre legge i messaggi. La luce si accende gradualmente, simbolizzando l'inizio di un nuovo giorno di lavoro e isolamento.

Scena 2: La Routine Quotidiana

Scenografia: La scena si sposta sul piccolo angolo di lavoro di LILA, un'area organizzata con poster di influencer e fotografie di eventi a cui non ha mai potuto partecipare. Un grande LED mostra il numero di follower che ha e la sua ultima performance in diretta.

Costumi: LILA indossa una cuffia elegante mentre registra un video, enfatizzando il contrasto tra la sua bassa posizione sociale e le aspettative elevate del mondo dell'influencer.

Ripresa: Le riprese seguono un ritmo frenetico: zoom rapidi su LILA che parla alla camera, alternando inquadrature su ciò che appare sullo schermo mentre elenca le sue statistiche. L'illuminazione è brillante e artificiale, creando un'atmosfera da studio di registrazione, mentre il suono di notifiche entra nel mix per dare l'idea della costante pressione sociale.

Scena 3: Il Controllo delle Emozioni

Scenografia: La stanza di LILA è ora illuminata da luci blu fredde. Una parete è stata trasformata in uno spazio per una scansione emozionale, con diversi schermi e macchine. Un ologramma dell'agenzia di marketing fluttua nell'aria, mostrando grafici e dati.

Costumi: LILA ora indossa un dispositivo di scansione sulla testa e una maschera che la isola dai sensori emotivi.

Ripresa: L'inquadratura passa da un piano a campo lungo che mostra LILA in questo spazio freddo e tecnologico a close-up delle sue espressioni facciali mentre il dispositivo analizza le sue emozioni. La colonna sonora è un mix inquietante di suoni elettronici che trasmettono l'idea di una perdita di controllo su se stessa.

Scena 4: La Condivisione della Solitudine

Scenografia: Una serie di stanze identiche rappresenta gli spazi di vita di altri MediaProletari. La telecamera si muove lentamente lungo un corridoio, ogni porta è illuminata da luci fluorescenti, e all'interno si vedono altre persone che comunicano tramite videochiamate.

Costumi: Ogni MediaProletario ha un outfit simile e trasandato, evidenziando la loro condizione di vita. La mancanza di stile trasmette una sensazione di conformismo.

Ripresa: La telecamera utilizza un dolly per un movimento fluido lungo il corridoio, avvicinandosi ad ogni porta mentre si sentono le voci delle persone che comunicano attraverso i loro schermi. Il contrasto tra l’audio dei dialoghi e l'immobilità degli spazi produce un senso di grande solitudine.

Scena 5: Un Messaggio di Ribellione

Scenografia: Torniamo alla stanza di LILA, ora illuminata da un'alternanza di luci colorate, simbolo della sua crescente ribellione. Le foto degli influencer sono state strappate e i poster sono stati riattaccati in modo caotico.

Costumi: LILA indossa abiti più audaci, come una giacca di pelle e jeans strappati, un look che rappresenta la sua ribellione. I capelli sono lasciati liberi e spettinati.

Ripresa: Un'inquadratura in movimento segue LILA mentre parla con passione alla camera, con un montaggio di immagini della sua vita di isolamento alternato a filmati di eventi sociali. La musica cresce in intensità mentre LILA lancia il suo messaggio di ribellione: "Non siamo solo numeri. Siamo esseri umani!"

Scena 6: Una Rete di Solidarietà

Scenografia: La stanza di LILA è diventata un hub di creatività e collaborazione. Muri decorati con colori vivaci e schermi che mostrano interazioni con altri MediaProletari.

Costumi: I suoi nuovi compagni MediaProletari indossano abbigliamento personalizzato e colorato, simbolo della loro identità individuale e della resa dei conti con la loro condizione.

Ripresa: La telecamera si sposta fluidamente tra i gruppi di persone che collaborano a progetti creativi. La colonna sonora è energica e ottimista, mentre le inquadrature esprimono un senso di comunità e di connessione.

Scena 7: La Lotta Finale

Scenografia: Una manifestazione virtuale prende forma, con schermi giganti trasmessi in diretta. La scena è illuminata da luci intense e simboli di rivolta. Le strade virtuali di MediaMetroPoli si riempiono di avatar dei MediaProletari che si uniscono per un’unica causa.

Costumi: LILA e gli altri indossano t-shirt con slogan rivoluzionari e maschere artistiche. I colori vivaci simboleggiano una nuova era di resistenza.

Ripresa: La telecamera si posiziona su un drone che vola sopra la folla virtuale, riprendendo l'energia della manifestazione. LILA tiene un discorso motivazionale, le sue parole echeggiano in un ambiente carico di emozioni.

Scena 8: La Speranza di un Futuro Nuovo

Scenografia: La scena finale mostra un grande schermo che proietta il messaggio di LILA e degli altri MediaProletari. Gli edifici della MediaMetroPoli sono avvolti in colori vivaci, simbolo di cambiamento.

Costumi: LILA ora indossa un abbigliamento simbolico, con elementi che rappresentano tutte le culture e stili dei MediaProletari, una fusione di identità e speranza.

Ripresa: Un’inquadratura panoramica mostra la città, ora viva e vibrante, con immagini di LILA che si mescolano a quelle di una nuova società. La telecamera si allontana, focalizzandosi sul volto sorridente di LILA mentre la luce del sole sorge, rappresentando una nuova alba per MediaMetroPoli.

GIORGIO VIALI

MEDIAMETROPOLI

GIORGIO VIALI

MEDIAMETROPOLI

Recensione di "Mediametropoli" di Giorgio Viali

Con "Mediametropoli", Giorgio Viali si lancia in una sfida audace che unisce le modalità espressive del cinema, del teatro, della performance e della tecnologia, creando un'opera che potrebbe essere descritta come una finestra inquietante su un futuro che è già presente. Purtroppo, il film ha faticato a trovare il suo pubblico, rifiutato alla Mostra del Cinema di Venezia per la sua natura troppo torbida. Nonostante ciò, questa nuova sperimentazione visiva merita di essere vista.

Un'esperienza visiva innovativa

La pellicola si apre con una rappresentazione impressionante di MediaMetroPoli, una città futuristica dominata da neon e schermi digitali. Con una fotografia di grande impatto visivo, la città viene descritta come un pantheon di illusioni e speranze disattese. La scenografia futurista e i costumi impeccabili creano immediatamente un contrasto tra l’apparenza scintillante della vita metropolitana e la triste realtà di chi la abita.

La protagonista, Lena, interpretata magistralmente, è il simbolo della "media proletaria", una figura solitaria immersa in un mondo di social media e streaming. Viali riesce a catturare la vulnerabilità della sua esistenza attraverso inquadrature ravvicinate che mostrano la fragilità del suo spirito nel prepararsi per una diretta, riflettendo sulla pressione incessante di mantenere un’immagine perfetta.

Un racconto di isolamento e resistenza

Una delle principali forze di "Mediametropoli" è la sua esplorazione del tema dell’isolamento nella società iperconnessa. Lena, mentre saluta i suoi follower in un live streaming, confligge tra l’entusiasmo richiesto dal suo pubblico e la sua stanchezza interiore. La direzione di Viali si fa audace quando Lena decide di interrompere il suo show per affrontare il suo pubblico in modo autentico, dando vita a un momento di intensa catharsi.

Questo passaggio segna l’inizio di una "rivolta virtuale", che si dipana in un crescendo emotivo in cui Lena diventa un simbolo di resistenza per altri MediaProletari. L'uso di ologrammi e della tecnologia per rappresentare le loro storie porta in superficie il potere della comunicazione e della connessione umana, dimostrando che la solidarietà può prosperare anche in uno spazio virtuale.

Un mix di emozioni e estetica futuribile

Il film si distingue anche per la sua estetica unica, che ibrida diversi medium. Viali gioca con la forma cinematografica in modi sorprendenti, utilizzando split screen e sequenze di montaggio che riflettono la frenesia dei social media. Le scelte stilistiche di Viali, sebbene innovative, possono risultare un po’ eccessive per alcuni, amplificando l’ipertrofia dell’immagine e del suono, creando un’esperienza quasi cacofonica che riflette il caos della vita moderna.

Conclusione: una speranza in mezzo alla disperazione

"Mediametropoli" culmina in un messaggio di speranza e unità. L'atto finale di Lena, che si erge come leader di una comunità virtuale, testimonia la ricerca di significato e connessione in un mondo che può sembrare spersonalizzante. Nonostante i momenti di disperazione, il film lascia lo spettatore con una sensazione che, uniti, i "MediaProletari" possono affrontare le sfide della loro realtà dettata dalla tecnologia.

In sintesi, "Mediametropoli" di Giorgio Viali è un viaggio intrigante e complesso che merita più attenzione di quanto non stia ricevendo. È una riflessione necessaria sul nostro presente e un invito a riconsiderare le nostre relazioni nei mondi digitali e fisici. In un’epoca in cui le connessioni possono apparire superficiali, il film ci ricorda che, in fondo, la lotta per la vera connessione umana è ciò che conta davvero.

GIORGIO VIALI

MEDIAMETROPOLI

MEDIAMETROPOLI

BOZZA IBRIDAZIONE GIOGIO VIALI

Scena 1: Scenografia: La scena si apre in un appartamento asettico e minimalista, tipico di un MediaProletario. Pareti bianche, pochi mobili essenziali, un letto, una scrivania con un computer e una telecamera puntata costantemente sul volto della protagonista. Costumi: La protagonista indossa abiti semplici e comodi, aodi, adatti a trascorrere lunghe ore davanti alla telecamera. Ripresa: Inquadratura fissa sul volto della protagonista, che occupa gran parte dello schermo. La telecamera cattura espressioni e micro-espressioni, enfatizzando l'isolamento e la monotonia della sua esistenza.

Scena 2: Scenografia: Un enorme edificio, simile a un grattacielo, dove risiede una élite di Influencer. Lussuosi appartamenti, palestre, piscine e sale per eventi. Costumi: Abiti di alta moda, accessori costosi, trucco e acconciature curate. Ripresa: Inquadrature ampie che mostrano l'opulenza e il contrasto con l'ambiente asettico dei MediaProletari. Dettagli di gioielli, abiti e attività degli Influencer.

Scena 3: Scenografia: Una strada di MediaMetroPoli, affollata di robot che trasportano merci e svolgono compiti di routine. Pochi esseri umani sono visibili, per lo più isolati e indifferenti gli uni agli altri. Costumi: Abiti semplici e anonimi, privi di personali. Ripresa: Inquadrature in movimento che seguono il flusso dei robot, intercalate da primi piani di volti umani, espressivi e malinconici.

Scena 4: Scenografia: L'appartamento della protagonista. È ora di andare a lavorare. La protagonista si alza, si prepara, si siede davanti al computer e inizia la sua giornata di lavoro. Costumi: La protagonista indossa gli stessi abiti semplici e comodi della scena 1. Ripresa: Inquadratura che segue i movimenti della protagonista, dal letto alla scrivania. Primo piano sul suo volto concentrato mentre inizia a lavorare.

Scena 5: Scenografia: Un enorme studio di produzione, pieno di attrezzature tecnologiche e robot addetti alla lavorazione di immagini e video. Costumi: La protagonista indossa una tuta da lavoro, mentre gli altri MediaProletari hanno abiti simili. Ripresa: Inquadrature che mostrano l'ambiente di lavoro frenetico e alienante, con i MediaProletari seduti davanti a schermi, impegnati in mansioni ripetitive.

Scena 6: Scenografia: L'appartamento di un Influencer, lussuoso e pieno di comfort tecnologici. Grandi schermi, ologrammi e arredi di design. Costumi: L'Influencer indossa abiti eleganti e alla moda, con accessori costosi. Ripresa: Inquadrature che evidenziano i dettagli dell'ambiente di vita degli Influencer, in contrasto con l'austerità degli appartamenti dei MediaProletari.

Scena 7: Scenografia: Una sala per eventi riservata agli Influencer. Luci soffuse, musica, cibo e bevande. Costumi: Gli Influencer indossano abiti da sera, trucco e acconciature curate. Ripresa: Inquadrature che catturano l'atmosfera di esclusività e divertimento, con dettagli di gesti, sguardi e interazioni tra gli Influencer.

Scena 8: Scenografia: L'appartamento della protagonista. È sera, dopo una lunga giornata di lavoro. La protagonista è stanca, ma deve ancora produrre contenuti per i social. Costumi: La protagonista indossa gli stessi abiti semplici e comodi della scena 1.

GIORGIO VIALI

CORPO SOCIALE

CORPO SOCIALE

DA UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

Il progetto "CORPO SOCIALE" di Giorgio Viali offre un'affascinante opportunità di esplorare e amplificare il concetto di corpo sociale attraverso l'uso di diverse forme artistiche e tecnologiche. L'integrazione della fotografia, del cinema, del teatro, dell'intelligenza artificiale e dei social media riflette una comprensione interdisciplinare del tema, permettendo di esaminare come ognuno di questi elementi contribuisca a costruire e rappresentare le interconnessioni tra gli individui.

Fotografia La fotografia può fungere da specchio della realtà sociale, catturando momenti che evidenziano l'umanità condivisa nelle sue varie sfaccettature. Attraverso immagini evocative, si può sensibilizzare il pubblico sull'importanza della comunità e sul ruolo che ognuno gioca nel tessuto sociale. Progetti fotografici collaborativi potrebbero coinvolgere diversi membri della società, offrendo loro una voce e rivelando storie personali che si intrecciano con la narrazione collettiva.

Cinema e Teatro Il cinema e il teatro, con la loro capacità di raccontare storie e di creare empatia, possono esplorare le dinamiche di gruppo e il senso di appartenenza. Drammaturgie e film che affrontano temi come l'inclusione, la solidarietà e le crisi sociali possono stimolare il dibattito e incoraggiare la riflessione sulle sfide che il corpo sociale deve affrontare oggi. Le rappresentazioni teatrali interattive, in cui il pubblico partecipa attivamente, possono amplificare l'esperienza del corpo sociale, rendendo evidente che ognuno è parte integrante di una narrazione più ampia.

Intelligenza Artificiale L'intelligenza artificiale offre nuove opportunità per analizzare e visualizzare le interconnessioni sociali. Strumenti di AI possono estrarre dati da social media e altre piattaforme per mappare relazioni e sentimenti all'interno di una comunità. Questo approccio non solo permette di identificare tendenze e problemi emergenti, ma può anche facilitare esperimenti artistici che riflettono il complesso ecosistema delle interazioni umane.

Social Media I social media, da parte loro, sono un mezzo potente per la costruzione e la celebrazione del corpo sociale. Possono fungere da piattaforme per raccontare storie di vita condivise, promuovere iniziative locali e connettere le persone oltre le barriere geografiche e culturali. La creazione di campagne virali che invitano alla partecipazione attiva, alla condivisione di esperienze e alla mobilitazione sociale rappresenta una forma concreta di attuare i principi di cooperazione e responsabilità collettiva.

Conclusione Il progetto "CORPO SOCIALE" non solo sottolinea l'importanza delle connessioni umane e della solidarietà, ma esplora anche come le nuove tecnologie e le forme artistiche possano contribuire a rafforzare queste relazioni. Attraverso la sinergia tra diverse discipline, si può creare uno spazio di riflessione e dialogo, invitando gli individui a considerare il loro ruolo all'interno di un organismo sociale vivo e interconnesso. In questo modo, il progetto diventa un’iniziativa cruciale per affrontare le sfide contemporanee e promuovere un futuro di inclusione e coesione.

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CORPO SOCIALE

CORPO SOCIALE

UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

Il termine "CORPO SOCIALE" si riferisce all’idea di una comunità o di una società vista come un organismo vivente, in cui ogni individuo rappresenta una cellula o un membro che contribuisce al funzionamento e alla salute dell’intero sistema. Questa nozione è spesso utilizzata in ambito sociologico, politico e filosofico per descrivere le interconnessioni tra gli individui, le istituzioni e le norme che regolano la vita collettiva.

L'idea di CORPO SOCIALE implica che ogni persona ha un ruolo specifico e un'importanza all'interno del contesto sociale, proprio come le cellule di un organismo lavorano insieme per mantenere la vita. Queste interazioni possono manifestarsi in vari modi, tra cui relazioni familiari, professionali, culturali e politiche. La coesione del corpo sociale dipende dalla qualità di queste interazioni e dal grado di solidarietà tra i suoi membri.

In sociologia, il CORPO SOCIALE è spesso associato al concetto di “solidarietà” di Émile Durkheim, che evidenziava l'importanza dei legami sociali e dei valori condivisi nel mantenere la stabilità e l'integrità della società. Quando i legami si indeboliscono, può verificarsi una crisi del corpo sociale, portando a divisioni, conflitti e disfunzioni sociali.

In conclusione, il “CORPO SOCIALE” è un concetto complesso e multidimensionale che invita a riflettere sul legame tra gli individui e la comunità, sottolineando la necessità di cooperazione e integrazione per il benessere collettivo. Essa ci ricorda che il destino di ciascuno è profondamente intrecciato con quello degli altri e che il progresso sociale richiede uno sforzo congiunto e una visione comune.

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CORPO SOCIALE

LABORATORIO DI INTERAZIONI VISIVE ED ESPRESSIVE

DA UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

Il concetto di CORPO SOCIALE racchiude in sé una varietà di significati e sfaccettature, emergendo come un laboratorio di studio e riflessione su come gli individui siano interconnessi all'interno di comunità. Il laboratorio indaga le relazioni, le interazioni e le strutture che formano il tessuto sociale, esplorando le modalità attraverso cui si realizzano le dinamiche relazionali e le identità collettive e agendo attivamente con interazioni visive ed espressive.

Il CORPO SOCIALE si manifesta attraverso un insieme di relazioni che collegano le persone, stabilendo diritti e doveri, ma anche aspettative e responsabilità. Queste relazioni sono mediate da istituzioni, norme e valori culturali, che giocano un ruolo cruciale nel forgiarsi delle identità individuali e collettive. L'interazione tra i membri di una comunità influenza non solo le loro azioni, ma anche le loro percezioni e posizioni all'interno della società. Il laboratorio Corpo Sociale si propone quindi di esaminare come questi legami si sviluppano e quali effetti produce sul benessere degli individui e sulla coesione sociale.

Il termine CORPO chiama in causa anche la dimensione fisica dell'individuo (il suo CORPO), ed il modo in cui la società influisce sulla percezione personale del CORPO stesso. Nella cultura contemporanea, il corpo è al centro dell'attenzione, non solo come entità biologica, ma come veicolo di espressione e identità. L'aspetto sociale del corpo si riferisce a come gli individui siano influenzati da norme di bellezza, ideali di comportamento e aspettative sociali. E a come il CORPO esposto nei SOCIAL MEDIA e ONLINE sia o possa essere un CORPO SOCIALE.

In sintesi, Corpo Sociale si propone come LABORATORI che esplora i legami intrinseci tra l'individuo e la collettività, focalizzandosi sulle sfide contemporanee che il corpo umano incontra nel contesto sociale.

CORPO SOCIALE

DA UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

INTERAZIONI, INCURSIONI, CONTENUTI, CORPI, VISI, SGUARDI - TEATRO, CINEMA, PERFORMANCE - TESTI - GIORGIO VIALI - VICENZA

CORPO SOCIALE - TESTI, IBRIDAZIONI - GIORGIO VIALI

FOTOGRAFIA

Per CORPO SOCIALE i Fratelli Calgaro hanno ritratto fotograficamente alcuni dei partner, dei clienti e dei dipendenti del gruppo Alpenite, convenuti ad una festa, in due sessioni di shooting. Il progetto nasce dall’idea di sintetizzare nella forma anatomica del corpo umano femminile e maschile l’idea della complessità di un’organizzazione articolata qual è un’azienda, che, secondo la definizione dell’Enciclopedia Treccani, è «un sistema di forze economiche che sviluppa nell’ambiente con cui interagisce processi di produzione e/o di consumo, a favore dei soggetti economici che vi cooperano». Ciascuna persona convenuta è stata invitata a farsi ritrarre di fronte l’obbiettivo, su un fondale di carta bianca, spogliandosi o mostrando una parte del proprio corpo. Le reazioni sono state molto differenti, a seconda del grado di confidenza con il proprio corpo e di esibizionismo di ciascun partecipante: alcuni hanno preso parte scoprendo il tronco, le gambe o rimanendo in mutande, altri invece si sono sentiti liberi di esporsi in completa nudità, appena velati da una pianta di ficus elastica variegata sorretta con le mani di fronte al pube, con una modalità che reinterpreta in chiave postmoderna, ed una sottile ironia, la classica iconografia di Adamo ed Eva.

ADAMO ED EVA, IMMAGINE, CORPO, VISO, SOCIAL MEDIA, SOCIOLOGIA, POLITICA, POLITICA DEI CORPI

Il concetto di CORPO SOCIALE esplora le interconnessioni tra gli individui nelle comunità, analizzando le relazioni e le strutture che formano il tessuto sociale. Attraverso un laboratorio di studio, si indagano le dinamiche relazionali, le identità collettive e le interazioni visive, evidenziando come i legami sociali determinino diritti, doveri e responsabilità, mediati da istituzioni e valori culturali. Inoltre, si considera l'impatto delle norme di bellezza e delle aspettative sociali sulla percezione del corpo, sia in contesti reali che online, evidenziando l'importanza del corpo come veicolo di espressione. In sintesi, il progetto Corpo Sociale mira a esaminare le relazioni tra individuo e collettività, affrontando le sfide contemporanee legate al corpo umano nel contesto sociale.

CORPO SOCIALE

LABORATORIO DI INTERAZIONI VISIVE ED ESPRESSIVE

DA UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

Il concetto di CORPO SOCIALE racchiude in sé una varietà di significati e sfaccettature, emergendo come un laboratorio di studio e riflessione su come gli individui siano interconnessi all'interno di comunità. Il laboratorio indaga le relazioni, le interazioni e le strutture che formano il tessuto sociale, esplorando le modalità attraverso cui si realizzano le dinamiche relazionali e le identità collettive e agendo attivamente con interazioni visive ed espressive.

Il CORPO SOCIALE si manifesta attraverso un insieme di relazioni che collegano le persone, stabilendo diritti e doveri, ma anche aspettative e responsabilità. Queste relazioni sono mediate da istituzioni, norme e valori culturali, che giocano un ruolo cruciale nel forgiarsi delle identità individuali e collettive. L'interazione tra i membri di una comunità influenza non solo le loro azioni, ma anche le loro percezioni e posizioni all'interno della società. Il laboratorio Corpo Sociale si propone quindi di esaminare come questi legami si sviluppano e quali effetti produce sul benessere degli individui e sulla coesione sociale.

Il termine CORPO chiama in causa anche la dimensione fisica dell'individuo (il suo CORPO), ed il modo in cui la società influisce sulla percezione personale del CORPO stesso. Nella cultura contemporanea, il corpo è al centro dell'attenzione, non solo come entità biologica, ma come veicolo di espressione e identità. L'aspetto sociale del corpo si riferisce a come gli individui siano influenzati da norme di bellezza, ideali di comportamento e aspettative sociali. E a come il CORPO esposto nei SOCIAL MEDIA e ONLINE sia o possa essere un CORPO SOCIALE.

In sintesi, Corpo Sociale si propone come LABORATORI che esplora i legami intrinseci tra l'individuo e la collettività, focalizzandosi sulle sfide contemporanee che il corpo umano incontra nel contesto sociale.

CORPO SOCIALE

DA UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

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CORPO SOCIALE - TESTI - GIORGIO VIALI

CORPO SOCIALE

L'espressione CORPO SOCIALE è una delle piu usate sia nel linguaggio comune, sia in quello scientifico, per indicare la stretta connessione tanto degli uomini fra loro, che dei fenomeni nascenti dalla vita sociale. E anche quando, come oggi accade, una privatizzazione che sembra negatrice proprio del sociale, si impone in molti ambiti, in effetti essa va letta più come un rigetto di una riduzione «politica» del sociale che come negazione del sociale in quanto tale. In vari modi, infatti, all'interno delle privatizzazioni si scavano disperati bisogni di comunione. Affrontando i vari livelli in cui si articola la realtà del sociale, si tenta una riflessione di tipo sociologico che ha al suo centro la persona in tutta la sua complessità ed estensione.

CORPO SOCIALE

LABORATORIO DI INTERAZIONI VISIVE ED ESPRESSIVE

DA UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

Il concetto di CORPO SOCIALE racchiude in sé una varietà di significati e sfaccettature, emergendo come un laboratorio di studio e riflessione su come gli individui siano interconnessi all'interno di comunità. Il laboratorio indaga le relazioni, le interazioni e le strutture che formano il tessuto sociale, esplorando le modalità attraverso cui si realizzano le dinamiche relazionali e le identità collettive e agendo attivamente con interazioni visive ed espressive.

Il CORPO SOCIALE si manifesta attraverso un insieme di relazioni che collegano le persone, stabilendo diritti e doveri, ma anche aspettative e responsabilità. Queste relazioni sono mediate da istituzioni, norme e valori culturali, che giocano un ruolo cruciale nel forgiarsi delle identità individuali e collettive. L'interazione tra i membri di una comunità influenza non solo le loro azioni, ma anche le loro percezioni e posizioni all'interno della società. Il laboratorio Corpo Sociale si propone quindi di esaminare come questi legami si sviluppano e quali effetti produce sul benessere degli individui e sulla coesione sociale.

Il termine CORPO chiama in causa anche la dimensione fisica dell'individuo (il suo CORPO), ed il modo in cui la società influisce sulla percezione personale del CORPO stesso. Nella cultura contemporanea, il corpo è al centro dell'attenzione, non solo come entità biologica, ma come veicolo di espressione e identità. L'aspetto sociale del corpo si riferisce a come gli individui siano influenzati da norme di bellezza, ideali di comportamento e aspettative sociali. E a come il CORPO esposto nei SOCIAL MEDIA e ONLINE sia o possa essere un CORPO SOCIALE.

In sintesi, Corpo Sociale si propone come LABORATORI che esplora i legami intrinseci tra l'individuo e la collettività, focalizzandosi sulle sfide contemporanee che il corpo umano incontra nel contesto sociale.

CORPO SOCIALE

DA UN'IDEA DI GIORGIO VIALI

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CORPO SOCIALE - TESTI - GIORGIO VIALI

TERESA

TITOLO: TERESA

AUTORE IBRIDO: GIORGIO VIALI

Alba aveva sempre aspirato a qualcosa di più della sua vita ordinaria. Insoddisfatta del suo rapporto con il compagno Orfeo, iniziò a frequentare segretamente Teresa, una provocante sex performer che aveva conosciuto sui social. Le due donne svilupparono presto un legame intenso e carico di tensione erotica.

Alba era attratta dall'aura di mistero e di potere che emanava Teresa. Iniziò a ideare un piano per assoggettare completamente Orfeo, manipolandolo attraverso la sua relazione con l'affascinante sex worker. Condivideva con Teresa dettagli intimi della sua vita e dei suoi desideri più oscuri, alimentando una perversa ossessione.

Le due amanti giocavano con il corpo e la mente di Orfeo, coinvolgendolo in un triangolo erotico malato. Alba era eccitata dalla sua capacità di piegare la volontà del compagno, mentre Teresa assecondava i suoi desideri sadici, consapevole di detenere un potere assoluto su di loro.

Tra abbracci appassionati, umiliazioni e sottomissioni, Alba e Teresa tessevano una tela di ricatti e dipendenze, avvolgendo Orfeo in una spirale di ossessione e prigionia. I corpi si intrecciavano in un melodramma patinato e ammiccante, alimentato dai social e dalle loro perverse fantasie.

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PROMPT e imput di GIORGIO VIALI. Nel contesto dell'uso di modelli di intelligenza artificiale UN PROMPT è il testo (ordine, domanda...) che l'utente fornisce al modello per ottenere un output.